ESERCIZI SPIRITUALI NEL QUOTIDIANO 2019 – III

MOLTE COSE AVREI ANCORA DA SCRIVERVI…
Seconda e Terza lettera di Giovanni

Giovedì 28 novembre
DIVENTARE COLLABORATORI DELLA VERITÀ

STATIO:
IN SILENZIO, METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Invochiamo lo Spirito Santo (San Paolo VI, † 1978)
Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore nuovo,
che ravvivi in noi tutti i doni
da te ricevuti con la gioia di essere cristiani,
un cuore nuovo sempre giovane e lieto.

Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore puro,
allenato ad amare Dio, un cuore puro,
che non conosca il male se non per definirlo,
per combatterlo e per fuggirlo;
un cuore puro, come quello di un fanciullo,
capace di entusiasmarsi e di trepidare.

Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore grande,
aperto alla tua silenziosa
e potente parola ispiratrice,
e chiuso ad ogni meschina ambizione,
un cuore grande e forte ad amare tutti,
a tutti servire, con tutti soffrire;
un cuore grande, forte,
solo beato di palpitare col cuore di Dio. Amen.

LECTIO:
PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA!

Facciamo silenzio,
prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio,
dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.
(D. Bonhoeffer, † 1945)

DALLA TERZA LETTERA DI SAN GIOVANNI APOSTOLO (1-8)

1Io, il Presbìtero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. 2Carissimo, mi auguro che in tutto tu stia bene e sia in buona salute, come sta bene la tua anima.
3Mi sono molto rallegrato, infatti, quando sono giunti alcuni fratelli e hanno testimoniato che tu, dal modo in cui cammini nella verità, sei veritiero. 4Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità.
5Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri. 6Essi hanno dato testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa; tu farai bene a provvedere loro il necessario per il viaggio in modo degno di Dio. 7Per il suo nome, infatti, essi sono partiti senza accettare nulla dai pagani. 8Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.

IN ASCOLTO DEL TESTO BIBLICO

Il cammino degli esercizi prosegue oggi con la lettura della prima parte (vv. 1-8) della terza lettera di Giovanni. Nonostante si presenti come una lettera privata (un breve biglietto indirizzato al cristiano Gaio), troviamo in essa temi importanti propri della predicazione giovannea: la testimonianza, la verità, l’amore, la comunione con Dio… Ci mettiamo con Gaio in ascolto di quanto il Presbitero vuole trasmetterci e, attraverso lui, passando attraverso il Discepolo che Gesù amava (Gv 21, 20.24), Gesù stesso.

Al carissimo Gaio
Anche questa lettera si apre con il prescritto (vv. 1-2) dove troviamo le notizie fondamentali sul mittente e il destinatario e un augurio che il mittente (il Presbitero) rivolge al destinatario. Questi si chiama Gaio ed è un cristiano appartenente a una comunità cristiana legata alla comunità alla quale appartiene il Presbitero. La lettera è brevissima (è il testo più breve di tutto il Nuovo Testamento); tuttavia l’autore non tralascia di manifestare il suo grande affetto per Gaio, che è amato nella verità. Questo “amore nella verità” non indica un semplice affetto basato su una qualche simpatia umana, ma esprime un legame specifico, la comunione profonda che unisce coloro che credono in Gesù e che sono resi fratelli dalla comune fede, figli dello stesso Padre. A Gaio il Presbitero augura una buona salute, a livello umano come a livello spirituale.

La gioia più grande
La vita di Gaio è motivo di particolare gioia per l’autore (vv. 3-4). Egli infatti ha potuto ascoltare la testimonianza di alcuni fratelli che gli hanno parlato di Gaio come di un fratello che cammina nella verità. Anche qui, come nella seconda lettera di Giovanni, la verità non è un concetto formale astratto: è Cristo stesso, il suo insegnamento sull’amore fino al dono di sé che Gesù stesso ha vissuto in modo perfetto. Camminare nella verità è camminare come Gesù, è seguire le sue orme, è vivere in Gesù e al modo di Gesù, come figli nel Figlio. Questo non può non essere motivo di gioia, è la gioia più grande per chi, come il Presbitero, si sente padre nella fede.

Vivere il comandamento dell’amore…
L’autore entra nel merito della lettera presentando un caso concreto di declinazione del comandamento dell’amore: Gaio vive con coerenza la sua fede adoperandosi attivamente in favore dei fratelli, offrendo ospitalità anche ai fratelli di altre comunità (stranieri: v. 5) partiti in missione “per il suo (di Dio/di Gesù) nome”. L’agire di Gaio, come i fratelli hanno testimoniato, è esplicitazione della sua fede che lo porta a vivere il comandamento dell’amore e, in questo caso, a farsi carico dei fratelli missionari.
Ancora una volta troviamo ribadito attraverso questo esempio concreto il tema caro alla predicazione giovannea: non ci può essere frattura tra fede e opere; il cristiano non può non sentire l’esigenza di vivere secondo il comandamento dell’amore, qui declinato nella forma dell’ospitalità. Ospitare in casa propria fratelli di altre comunità che sono partiti in missione è un atto concreto di amore, in obbedienza al comandamento di Gesù.

… diventando così collaboratori della verità
Elogiando Gaio, il Presbitero vuole certo confermarlo in questa scelta che aveva già fatto in passato e che avrà occasione di ripetere in futuro. Come era consuetudine nelle comunità cristiane, come Gesù stesso aveva insegnato (cfr. Lc 9,3-4), i missionari partivano senza garanzie economiche o altro, confidando nell’ospitalità dei fratelli. L’annuncio del Vangelo e del Regno era così condiviso da tutta la comunità che collaborava attivamente all’opera di evangelizzazione anche attraverso il sostegno dei missionari. Il Presbitero quindi elogia Gaio non solo perché condivide i suoi beni con i fratelli, ma perché così facendo collabora all’opera di diffusione della buona notizia di Gesù. Ciò che Gaio fa può apparirci forse un po’ scontato. Ma non lo era affatto, come leggeremo domani nell’ultima parte della lettera.

MEDITATIO:
LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI

LEGGIAMO e rileggiamo il testo biblico
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.

PER ACCOMPAGNARE LA NOSTRA MEDITAZIONE ASCOLTIAMO PAPA FRANCESCO

Regina Coeli – 10 maggio 2015

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi – Giovanni, capitolo 15 – ci riporta nel Cenacolo, dove ascoltiamo il comandamento nuovo di Gesù. Dice così: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi» (v. 12). E, pensando al sacrificio della croce ormai imminente, aggiunge: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando» (vv.13-14). Queste parole, pronunciate durante l’Ultima Cena, riassumono tutto il messaggio di Gesù; anzi, riassumono tutto ciò che Lui ha fatto: Gesù ha dato la vita per i suoi amici. Amici che non lo avevano capito, che nel momento cruciale lo hanno abbandonato, tradito e rinnegato. Questo ci dice che Egli ci ama pur non essendo noi meritevoli del suo amore: così ci ama Gesù!
In questo modo, Gesù ci mostra la strada per seguirlo, la strada dell’amore. Il suo comandamento non è un semplice precetto, che rimane sempre qualcosa di astratto o di esteriore rispetto alla vita. Il comandamento di Cristo è nuovo perché Lui per primo lo ha realizzato, gli ha dato carne, e così la legge dell’amore è scritta una volta per sempre nel cuore dell’uomo (cfr Ger 31,33). E come è scritta? È scritta con il fuoco dello Spirito Santo. E con questo stesso Spirito, che Gesù ci dona, possiamo camminare anche noi su questa strada!
È una strada concreta, una strada che ci porta ad uscire da noi stessi per andare verso gli altri. Gesù ci ha mostrato che l’amore di Dio si attua nell’amore del prossimo. Tutti e due vanno insieme. Le pagine del Vangelo sono piene di questo amore: adulti e bambini, colti e ignoranti, ricchi e poveri, giusti e peccatori hanno avuto accoglienza nel cuore di Cristo.
Dunque, questa Parola del Signore ci chiama ad amarci gli uni gli altri, anche se non sempre ci capiamo, non sempre andiamo d’accordo… ma è proprio lì che si vede l’amore cristiano. Un amore che si manifesta anche se ci sono differenze di opinione o di carattere, ma l’amore è più grande di queste differenze! È questo l’amore che ci ha insegnato Gesù. È un amore nuovo perché rinnovato da Gesù e dal suo Spirito. È un amore redento, liberato dall’egoismo. Un amore che dona al nostro cuore la gioia, come dice Gesù stesso: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (v.11).
È proprio l’amore di Cristo, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori, a compiere ogni giorno prodigi nella Chiesa e nel mondo. Sono tanti piccoli e grandi gesti che obbediscono al comandamento del Signore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (cfr Gv 15,12). Gesti piccoli, di tutti i giorni, gesti di vicinanza a un anziano, a un bambino, a un ammalato, a una persona sola e in difficoltà, senza casa, senza lavoro, immigrata, rifugiata… Grazie alla forza di questa Parola di Cristo, ognuno di noi può farsi prossimo verso il fratello e la sorella che incontra. Gesti di vicinanza, di prossimità. In questi gesti si manifesta l’amore che Cristo ci ha insegnato.
Ci aiuti in questo la nostra Madre Santissima, perché nella vita quotidiana di ognuno di noi l’amore di Dio e l’amore del prossimo siano sempre uniti.

PER RIFLETTERE DURANTE LA GIORNATA

1. Prendiamo una matita e sottolineiamo quello che ci colpisce in modo particolare nei testi che abbiamo letto, quello che vorremmo comprendere meglio o vivere con maggior impegno ed entusiasmo, quello che ci sorprende, quello ci infonde coraggio…. Facciamo nostro il testo anche in questo semplice ma utile modo.
2. Così leggiamo nella prima lettera di Giovanni: “E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1Gv 4,21). Cosa significano per noi queste parole? Abbiamo dei dubbi su questo? Abbiamo domande? Rivolgiamole al Signore e invochiamo lo Spirito perché ci illumini.
3. Abbiamo letto queste parole di papa Francesco: “Gesti piccoli, di tutti i giorni, gesti di vicinanza a un anziano, a un bambino, a un ammalato, a una persona sola e in difficoltà, senza casa, senza lavoro, immigrata, rifugiata… ognuno di noi può farsi prossimo verso il fratello e la sorella che incontra”. Il Signore ci chiede di essere trasparenza del suo amore per tutti, nelle piccole cose come nelle grandi. Come ben sappiamo, il prossimo che ci chiede di amare non è solo la persona che ci è simpatica, il fratello che spontaneamente amiamo, la persona che ci ha fatto del bene…. Rileggiamo l’insegnamento di Gesù su questo nel Vangelo secondo Luca (10,25-37).
4. Decidiamo un gesto concreto che oggi possiamo fare per farci prossimo del fratello o della sorella che incontreremo.
5. Prendiamo la Bibbia e cerchiamo i passi della Scrittura che sono citati nei vari testi. La Scrittura illumina la Scrittura.

ORATIO:
A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!

Signore, aiutami
Signore, fammi buono amico di tutti,
fa’ che la mia persona ispiri fiducia
a chi soffre e si lamenta
a chi cerca luce lontano da te
a chi vorrebbe incominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.
Signore aiutami perché non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente,
con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
Signore aiutami ad accorgermi subito
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
Signore, dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall’egoismo
perché ti possa servire,
perché ti possa amare,
perché ti possa ascoltare
in ogni fratello che mi fai incontrare.

CONTEMPLATIO:
DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE,
PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!

Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro,
capace di vedere tutto e tutti
con gli occhi buoni di Dio che è buono.

Nel silenzio (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù, di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce
per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO: SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Abbiamo ascoltato, meditato, pregato.
La Parola ci chiede di essere vissuta
nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
hai liberato la mia vita!                                      Sl 86(85),12-13


AL MATTINO

Custodiscimi in questo giorno, Signore
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia.
Al mattino fammi sentire il tuo amore,
perché in te confido.
Fammi conoscere la strada da percorrere,
perché a te s’innalza l’anima mia.
Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi.
Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

PRIMA DEI PASTI

Signore, tu stai alla porta e bussi:
fa’ che ascoltiamo la tua voce
e che ti apriamo
la porta delle nostre case e dei nostri cuori.
Siedi a tavola con noi,
infondi gioia, pace e benedizione.
Grazie dei tuoi doni:
insegnaci a condividerli con generosità. Amen.

ALLA SERA

Veglia su di noi in questa notte
Accogli la nostra preghiera, Signore,
mentre scende la sera.
Veglia su di noi in questa notte.
Dona alle stanche membra la gioia del riposo,
e nel sonno rimargina le ferite dell’anima.
Se le tenebre scendono sulla città degli uomini,
non si spenga la fede nel cuore dei credenti.
A te sia lode, o Padre, al Figlio
e al Santo Spirito nei secoli dei secoli.
Amen.

Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.