Esercizi spirituali nel quotidiano 2023 – III giorno

Giovedì 30 novembre 2023

SALDO NELLA FEDE (cf. 2Tm 3,14)

STATIOIn silenzio, mettiamoci alla presenza del Signore

Invochiamo lo Spirito Santo (Alberto Ballestrero, † 1998)
Vieni, Santo Spirito! Vieni!
Irrompa il tuo Amore con la ricchezza della sua fecondità.
diventi in me sorgente di Vita, la tua Vita immortale.
Ma come presentarmi a te senza rendermi totalmente disponibile,
docile, aperto alla tua effusione?
Signore, parlami tu: cosa vuoi che io faccia?
Sto attento al sussurro leggero del tuo Spirito
per comprendere quali sono i tuoi disegni,
per aprirmi alla misteriosa invasione della tua misericordia.
Aiutami a consegnarti la vita
senza domandarti spiegazioni.
È un gesto d’amore, un gesto di fiducia
che ti muova a irrompere nella mia esistenza
da quel munifico Signore che tu sei. Amen.

LECTIOParla, Signore, il tuo servo ti ascolta
Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio, dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci, perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola. (D. Bonhoeffer, † 1945)

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (3,1-17)
1Sappi che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. 2Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, empi, 3senza amore, sleali, calunniatori, intemperanti, intrattabili, disumani, 4traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, amanti del piacere più che di Dio, 5gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza la forza interiore. Guàrdati bene da costoro! 6Fra questi vi sono alcuni che entrano nelle case e circuiscono certe donnette cariche di peccati, in balìa di passioni di ogni genere, 7sempre pronte a imparare, ma che non riescono mai a giungere alla conoscenza della verità. 8Sull’esempio di Iannes e di Iambrès che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: gente dalla mente corrotta e che non ha dato buona prova nella fede. 9Ma non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti, come lo fu la stoltezza di quei due.
10Tu invece mi hai seguito da vicino nell’insegnamento, nel modo di vivere, nei progetti, nella fede, nella magnanimità, nella carità, nella pazienza, 11nelle persecuzioni, nelle sofferenze. Quali cose mi accaddero ad Antiòchia, a Icònio e a Listra! Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! 12E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati. 13Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannando gli altri e ingannati essi stessi.
14Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso 15e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. 16Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, 17perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

In ascolto del testo biblico

I pericoli degli ultimi tempi (2Tm 3,1-10 )
Questo capitolo terzo inizia con un ritratto degli avversari di Paolo che un po’ ci disturba; Paolo usa un linguaggio a tinte forti. È un’idea già presente in 1Tm 4,1-2: “negli ultimi tempi” il male dilaga – c’è un legame stretto tra il percepire il male che dilaga e quello di essere in una realtà che prelude alla venuta del Signore. C’è qui una sensazione di urgenza che rende il linguaggio di Paolo ancora più pregnante e incisivo.
Sono qui descritte ben diciannove caratteristiche negative degli empi (è la lista più lunga del Nuovo Testamento dopo Rm 1,29-3) che culminano al v. 5 con una accusa molto attuale; essi hanno una religiosità apparente, ma ne disprezzano la forza interiore, ovvero lo Spirito; si ritorni al testo di 2Tm 1,7 dove Paolo parla di “spirito di forza”. Quante volte, in nome di un malcompreso devozionalismo, non ci preoccupiamo dei fondamenti veri della fede…
Ma possiamo riflettere anche su altri aspetti negativi messi in luce da questa lista: sull’attaccamento al denaro, sull’essere “intrattabili” e persino “calunniatori”, ovvero sempre pronti a dir male dell’altro, approfittando di ogni occasione per far del male e spargere zizzania, per pugnalare alle spalle il proprio nemico (cf. Evangelii Gaudium 55-56). Risalta poi l’intemperanza, ovvero la mancanza di autocontrollo e, insieme, l’incapacità di vivere una vita moderata e sobria che va di pari passo con l’accusa di “amanti dei piaceri”.
C’è dunque un mistero del male che si insinua sotto le parvenze della religiosità; se 2Tm l’ha scritta davvero Paolo è come se egli, ormai anziano, dicesse: ne ho viste tante, ma questa non l’avevo ancora vista: il male che dilaga all’interno della comunità cristiana.
Una prima nota in margine a questo testo. Può sembrare strano il v. 6; Iannes e Iambres: chi sono costoro? Assenti dai racconti biblici, sono personaggi (maghi egiziani, per la precisione) presenti nelle tradizioni giudaiche antiche e lì descritti come oppositori di Mosè. Sono presentati qui come simbolo di coloro che si oppongono alla verità, che vantano di avere nella comunità un credito che invece non hanno. Iannes e Iambres rappresentano poi coloro che si oppongono alla tradizione ricevuta e che remano contro, in nome di una visione molto parziale della tradizione (ecco il senso del richiamo all’epoca di Mosè).
Una seconda nota: circuire donnette (v. 6); probabilmente il testo si riferisce a donne benestanti raggirate sia sessualmente che finanziariamente da pretesi predicatori. Ma la rampogna contro le donne non è del tutto misogina; è in realtà funzionale a colpire i falsi maestri e a mettere in luce veri e propri scandali che già dovevano circolare nella comunità del tempo.

Elogio di Timoteo (2Tm 3,10-13)
Paolo evoca qui la sua vita di apostolo sofferente; la memoria del passato diventa per lui l’occasione per un inno di lode a quel Dio che lo ha liberato; ma anche per una considerazione ben più realistica: chi vuole rettamente vivere in Cristo Gesù deve mettere in conto la persecuzione. Si veda in particolare il v. 12; cf. Lc 9,22: il figlio dell’uomo deve soffrire… Ma tu mi hai seguito, dice Paolo: Timoteo ha seguito l’apostolo come il discepolo segue Gesù. Paolo ricorda Iconio e Listra, ovvero gli episodi narrati in At 13,14-14,19.
Anche qui non manca l’invettiva finale del v. 13 che riprende la lista precedente e ritorna sul tono polemico che dalla lettera non è mai del tutto assente. Il v. 13 è diretto contro malvagi e impostori (ma probabilmente si intendono gli “stregoni”, coloro che accampano miracoli e apparizioni false); ingannati e ingannatori allo stesso tempo.
Paolo elenca poi nove caratteristiche della sua vita che si oppongono ai vizi appena elencati; ricorda prima di tutto due situazioni vitali che ne sono lo sfondo concreto: persecuzioni e sofferenze. Tre situazioni, poi, relative all’attività pastorale di Paolo: il suo insegnamento, il suo modo di vivere, i suoi progetti – il suo progetto pastorale, diremmo noi oggi. Si noti che insegnamento e progetti pastorali sono appunto legati al modo di vivere; fede e vita vanno così di pari passo.
Vengono elencati infine quattro atteggiamenti che accompagnano tale attività pastorale: fede e amore; magnanimità (makrothymia, larghezza d’animo, una virtù che in 1Tm 1,16 è attribuita a Cristo stesso) e pazienza. Paolo non sta facendo qui un elogio di se stesso che ci risulterebbe un po’ antipatico. Vuole invece mettere al centro l’opera di Dio: “ma da tutte mi ha liberato il Signore”; così il v. 11, che riecheggia il testo del Sal 34,20: “molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore”.

Utilità della Scrittura (2Tm 3,14-17)
Di nuovo appare qui il ritorno al tema della Scrittura con cui la lettera si era aperta; si tratta di un passo famoso, da sempre usato per parlare dell’ispirazione della Bibbia. Una scrittura conosciuta fin dall’infanzia… v. quanto letto all’inizio della lettera (nonna Loide e mamma Eunice in 2Tm 1,5). Si noti questo passaggio: rimanere saldi in ciò che si è appreso e da chi lo si è appreso (tradizione) e, quindi, la Scrittura, viste come un tutto unitario.
Si tratta per Paolo di una Scrittura che “istruisce per la salvezza” e nella quale rimanere saldo. Una Scrittura nella quale incontriamo cioè la salvezza stessa di Dio (vedi Dei Verbum 12). Questa salvezza si ottiene, scrive ancora Paolo, mediante la fede in Gesù Cristo. La fede in Cristo è dunque per Paolo l’ottica giusta con la quale leggere le Scritture. La Bibbia è dunque una Scrittura “ispirata da Dio” e utile per la vita cristiana e per la completezza della formazione dell’uomo di Dio. Si usano qui quattro verbi: insegnare, convincere, correggere, educare. La Scrittura è pertanto per Paolo la forma mentis e la forma di vita del credente.
La Scrittura serve inoltre a formare una persona “completa”: dotata cioè di tutte le virtù umane richieste, ben inserita nel suo contesto vitale, capace di affrontare i problemi della chiesa e del mondo. “Ben preparato”, una immagine che indica di per sé uno strumento ben calibrato; la Scrittura abilita alla vita e al ministero. Educa veramente la persona e la mette in grado di rispondere alla vocazione ricevuta. Paolo si rivolge a un ministro della chiesa, Timoteo, ma quello che dice a lui vale per ogni cristiano.
E infine: c’è in tutta questa lettera una connessione profonda tra il “deposito” affidato da Paolo a Timoteo e la Scrittura. Le due cose non sono identiche: il messaggio della salvezza va oltre il testo delle Scritture – è quello che noi chiamiamo Tradizione – ma non prescinde mai da esse. Ricordiamo il recupero fatto dalla Dei Verbum dell’unica fonte della Rivelazione, ovvero Tradizione e Scrittura intimamente connesse tra loro. È così anche per noi? O – come talvolta avviene – subordiniamo l’una all’altra, senza alcun criterio?

MEDITATIO – La Parola risuoni nei nostri cuori
Facciamo silenzio perché possiamo ascoltare il Signore. Leggiamo e rileggiamo il testo biblico perché la Parola risuoni nel nostro cuore. Prendiamo una matita e sottolineiamo quello che ci colpisce in modo particolare nei testi che abbiamo letto, quello che vorremmo comprendere meglio o vivere con maggior impegno e profondità, quello che ci sorprende, quello ci infonde coraggio…. Entriamo nel testo biblico anche in questo semplice ma utile modo.

Proponiamo qui di seguito alcuni testi che possono essere utili per accompagnare la meditazione e riflettere durante la giornata.

Il Concilio Vaticano II – Importanza della sacra Scrittura per la Chiesa
La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell’anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio» (Eb 4,12), «che ha il potere di edificare e dare l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13). (Dei Verbum, 21)

Gesù maestro di preghiera /3
Un’altra caratteristica della preghiera di Gesù è la solitudine. Chi prega non evade dal mondo, ma predilige i luoghi deserti. Là, nel silenzio, possono emergere tante voci che nascondiamo nell’intimo: i desideri più rimossi, le verità che ci ostiniamo a soffocare e così via. E, soprattutto, nel silenzio parla Dio. Ogni persona ha bisogno di uno spazio per sé stessa, dove coltivare la propria vita interiore, dove le azioni ritrovano un senso. Senza vita interiore diventiamo superficiali, agitati, ansiosi – l’ansia come ci fa male! Per questo dobbiamo andare alla preghiera; senza vita interiore sfuggiamo dalla realtà, e anche sfuggiamo da noi stessi, siamo uomini e donne sempre in fuga. (papa Francesco, 4.11.2020)

Al banchetto della Scrittura
L’Onnipotente ci colma di delizie quando ci saziamo del suo amore al banchetto della Sacra Scrittura. Sì, nelle sue parole noi troviamo tante delizie quanti, via via che progrediamo, sono diversi i significati che vi scopriamo. Alcune volte ci nutre il semplice racconto storico, altre volte ci ristora fino al midollo l’allegoria morale velata sotto il testo letterale, altre volte ancora la contemplazione ci solleva fino alle vette più alte facendo già balenare, attraverso le tenebre della vita presente, un raggio dell’eterna luce. (Gregorio magno, † 604).

La parola di Dio non lascia le cose come prima
Le parole della Sacra Scrittura non sono state scritte per restare imprigionate sul papiro, sulla pergamena o sulla carta, ma per essere accolte da una persona che prega, facendole germogliare nel proprio cuore. (…) La Bibbia non è scritta per un’umanità generica, ma per noi, per me, per te, per uomini e donne in carne e ossa, uomini e donne che hanno nome e cognome, come me, come te. E la Parola di Dio, impregnata di Spirito Santo, quando è accolta con un cuore aperto, non lascia le cose come prima, mai, cambia qualcosa. E questa è la grazia e la forza della Parola di Dio. (papa Francesco, 21.01.2021)

Scegliere la pace
Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace. (papa Francesco, Fratelli tutti, 261)

Per riflettere
– “verranno momenti difficili” (2Tm 3,1): anche ai nostri giorni non mancano i momenti difficili. Intorno a noi violenze e guerre si moltiplicano, cataclismi naturali sono all’ordine del giorno, la fame e la miseria di tanti popoli crescono. Non è facile continuare a guardare al futuro con speranza e credere che il Signore ha preparato un futuro di pace per la famiglia umana. E noi? Lo crediamo davvero nel profondo del nostro cuore? Chiediamo al Signore di essere uomini e donne di speranza, che diffondono speranza e fiducia attorno a loro.
– “tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente” (2Tm 3,14): la fede in Gesù non è solo questione di nozioni, è incontro con Lui, è vita in Lui e per Lui. È Lui la roccia sulla quale fondare la vita. L’abbiamo sperimentato? Lo sperimentiamo anche oggi?
– “conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia” (2Tm 3,15): che posto ha la Scrittura nella mia vita? Quanto metto al centro della mia vita spirituale l’ascolto e la meditazione della parola di Dio? Cosa posso fare per crescere nella sua conoscenza (partecipare a gruppi biblici, alla catechesi in parrocchia, a uno dei corsi biblici che vengono attivati nel nostro territorio…)? Ripetiamo durante il giorno: “Lampada per i miei passi è la tua parola, Signore, luce sul mio cammino” (Sl 119,105).
– Scegliamo un versetto del terzo capitolo della Seconda lettera a Timoteo che sentiamo particolarmente vicino a noi in questo momento, ripetiamolo spesso durante la giornata per farlo nostro e impararlo a memoria.

ORATIO – A te, Signore, sale la mia preghiera
Donaci, Signore, la pace (papa Francesco)
Abbiamo provato tante volte e per tanti anni
a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze
e anche con le nostre armi;
tanti momenti di ostilità e di oscurità;
tanto sangue versato;
tante vite spezzate;
tante speranze seppellite…
Ma i nostri sforzi sono stati vani.
Ora, Signore, aiutaci Tu!
Donaci Tu la pace,
insegnaci Tu la pace,
guidaci Tu verso la pace.
Apri i nostri occhi e i nostri cuori
e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”;
“con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio
di compiere gesti concreti per costruire la pace.
Signore, Dio di Abramo e dei Profeti,
Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,
donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;
donaci la capacità di guardare con benevolenza
tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini
che ci chiedono di trasformare le nostre armi
in strumenti di pace,
le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.
Tieni accesa in noi la fiamma della speranza
per compiere con paziente perseveranza
scelte di dialogo e di riconciliazione,
perché vinca finalmente la pace.
E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole:
divisione, odio, guerra!
Signore, disarma la lingua e le mani,
rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”,
e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam!
Amen.

CONTEMPLATIOSignore, apri i miei occhi
Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro, capace di vedere tutto e tutti alla luce di Dio.

Nel silenzio (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù,
di vivere questo momento di silenzio in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO: Signore, cosa vuoi che io faccia?
La Parola ci chiede di essere vissuta nella concretezza di tutti i giorni,
a cominciare da OGGI.

I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:      Sl 119(118),24.26
sono essi i miei consiglieri.
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.

Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l’oggi
(S. Teresa di Lisieux, † 1897)

Ci affidiamo a Maria, madre del Signore e madre nostra
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.


All’inizio degli esercizi, decidiamo di metterci in cammino alla luce della Parola del Signore. Ogni giorno con fiducia, mettendo tutta la nostra vita nelle mani del Signore, preghiamo:

AL MATTINO

Dal Salmo 107

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.

Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.

Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

Saldo è il mio cuore, o Dio, saldo è il mio cuore.

Custodiscimi in questo giorno, Signore
Signore, resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni, le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani
perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca
perché non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito
perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà. Amen.

PRIMA DEI PASTI
Signore, tu stai alla porta e bussi:
fa’ che ascoltiamo la tua voce e che ti apriamo la porta delle nostre case e dei nostri cuori.
Siedi a tavola con noi, infondi gioia, pace e benedizione.
Grazie dei tuoi doni: insegnaci a condividerli con prontezza e generosità. Amen.

ALLA SERA

O luce radiosa, eterno splendore del Padre,
Cristo, Signore immortale!

Giunti al tramonto del sole, e vista la luce della sera,
lodiamo il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo Dio.
Si innalzi la lode a tutta la Trinità, dalla creazione,
da ogni essere vivente e da ogni persona.

È giusto che tutte le creature ti lodino in ogni tempo,
Figlio di Dio che doni la vita: l’universo ti dà gloria.
Noi ti cantiamo, Gesù, generato da Maria:
tu, che sei la luce vera, hai assunto la nostra carne.

Manda il tuo Spirito nei nostri cuori
e invocheremo il Padre;
venga la sua grazia come rugiada
e sigillo dei doni celesti.

Noi ti cantiamo, Cristo risorto,
che hai vinto le tenebre del sepolcro;
stella del mattino che precede l’aurora
e rischiara la notte come il giorno.

Resta con noi, Signore,
perché il giorno già volge al declino;
illumina i nostri occhi
e ti riconosceremo guida sicura nel nostro cammino.

La nostra preghiera, Signore,
si levi come incenso;
le nostre mani alzate, davanti a te,
come sacrificio della sera.

O luce radiosa, eterno splendore del Padre,
Cristo, Signore immortale!

Preghiera della sera
Signore, mio Dio, ti ringrazio
di questo giorno che si chiude;
ti ringrazio di aver dato riposo al corpo e all’anima.
La tua mano è stata su di me,
mi ha protetto e mi ha difeso.
Perdona tutti i momenti di poca fede
e le ingiustizie di questo giorno.
Aiutami a perdonare tutti coloro
che sono stati ingiusti con me.
Ti affido i miei cari, ti affido questa casa,
ti affido il mio corpo e la mia anima.
Dio, sia santificato il tuo santo nome. (D. Bonhoeffer, † 1945)

Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

DURANTELA GIORNATA

Venga il tuo regno! (San Paolo VI, † 1978)
Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini,
oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie:
perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui, nel mistero della sua pasqua,
l’artefice della salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni che il tuo Spirito di pace
ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l’odio con l’amore,
la diffidenza con la comprensione,
l’indifferenza con la solidarietà.
Apri ancor più i nostri spiriti e i nostri cuori
alle esigenze concrete
dell’amore di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più
costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia,
di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono nel parto
di un mondo più fraterno.
Che per gli uomini di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia,
di pace e di amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria.
Amen!

Affidamento a Maria (Card. Giuseppe Betori)
“Vergine Madre, figlia del tuo figlio
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘I suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura”.

Ti preghiamo, o Vergine, proteggi la Chiesa fiorentina, così che essa risplenda per una testimonianza viva e operosa del Vangelo del tuo Figlio, nella ricchezza e nella varietà dei doni dello Spirito.
Ti preghiamo, o Madre, vieni in soccorso ai tuoi figli di Firenze, che a te accorrono per trovare nell’abbraccio grande della cupola della loro cattedrale, a te dedicata, quella unità di intenti di cui la città ha bisogno perché sia difesa ed esaltata la dignità di ogni persona umana e sia ricercato sempre e da tutti il bene comune.
Tu che sei “di speranza fontana vivace”, illumina e sostieni il cammino di chi ti invoca, perché con te giunga alla meta del cielo, di cui ti riconosciamo Regina.

“In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate”.
Amen.