Venerdì 1 dicembre – E SUBITO VIDE DI NUOVO
Nella settimana degli esercizi,
decidiamo di metterci in cammino alla luce della Parola del Signore. Ogni giorno preghiamo:
AL MATTINO
Custodiscimi in questo giorno, Signore
Signore, resta con me in questo giorno e anima le mie azioni, le mie parole e i miei pensieri. Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi, ma mi portino incontro alle necessità degli altri. Custodisci le mie mani perché non si allunghino per fare il male ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca perché non dica cose false e vane e non parli male del prossimo, ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo ad ascoltare parole vuote e falsità, ma sia sempre pronto ad accogliere il tuo misterioso messaggio per compiere, anche oggi, la tua volontà.
PRIMA DEI PASTI
Da’, o Signore, la tua santa benedizione
a noi e al cibo che stiamo per prendere.
Insegnaci a condividere
e fa’ che siamo sempre fedeli al tuo servizio.
ALLA SERA
Proteggimi, Signore
Ti prego, Signore, proteggimi in questa notte.
Tu sei per me il vero riposo: concedimi di dormire in pace.
Veglia su di me, allontana ogni minaccia
e guidami nelle tue vie.
Signore, tu sei il mio custode,
resta con me, sempre. Amen.
Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
E SUBITO VIDE DI NUOVO
Gesù incontra Bartimeo
♦ STATIO:
IN SILENZIO, METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE
Invochiamo lo Spirito Santo (Giovanni Paolo II, † 2005)
Vieni, Spirito Santo, vieni Spirito Consolatore, vieni e consola il cuore di ogni uomo che piange lacrime di disperazione. Vieni, Spirito Santo, vieni Spirito della luce, vieni e libera il cuore di ogni uomo dalle tenebre del peccato. Vieni, Spirito Santo, vieni Spirito di verità e di amore, vieni e ricolma il cuore di ogni uomo che senza amore e verità non può vivere. Vieni, Spirito Santo, vieni, Spirito della vita e della gioia, vieni e dona ad ogni uomo la piena comunione con te, con il Padre e con il Figlio, nella vita e nella gioia eterna, per cui è stato creato e a cui è destinato. Amen.
♦ LECTIO:
PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA!
Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio, dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.
(D. Bonhoeffer, † 1945)
Dal VANGELO SECONDO MARCO (10,46-52)
46[Gesù e i discepoli] giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
PER COMPRENDERE IL TESTO
Siamo giunti al quarto ed ultimo giorno degli esercizi. Oggi ci confrontiamo con Bartimeo, un cieco che incontra Gesù e non si lascia sfuggire questa occasione che trasformerà la sua vita. Si mostra da subito deciso e pronto a lasciare tutto per correre dietro a Gesù; diviene così un modello di sequela radicale, fatta di totale dedizione e spoliazione per seguire il Maestro.
Contrariamente a Gesù che è presentato in movimento (mentre entra ed esce da Gerico), Bartimeo inizialmente è seduto, statico, bloccato dalla cecità. Il passaggio di Gesù lo mette in moto, lo sprona a superare il muro di quanti gli ingiungono di tacere; il rapporto personale con Gesù lo trasforma a tal punto che oltre a essere guarito si mette in cammino dietro a Gesù.
Vediamo una possibile strutturazione del testo:
1. Situazione iniziale
46E giunsero a Gerico. Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
2. Bartimeo vuole incontrare Gesù
47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
3. Bartimeo incontra Gesù
49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».
50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
4. Dialogo con Gesù
51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
52E Gesù gli disse: «VA’, LA TUA FEDE TI HA SALVATO».
5. I frutti dell’incontro
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Bartimeo
Gesù è ormai giunto a Gerico, vicino a Gerusalemme meta del suo cammino. Mentre sta uscendo, un uomo cieco, seduto ai margini della strada, capisce che Gesù sta passando non lontano da lui. È una figura socialmente marginale, un mendicante che sta alle porte della città, da molti considerato impuro, perché non vedente e quindi continuamente esposto al rischio di toccare cose impure.
L’evangelista Marco lo toglie però subito dall’anonimato, dandogli un nome e una famiglia (figlio di Timeo); presto la sua famiglia si allargherà nella famiglia dei discepoli di Gesù.
Incontrare Gesù ad ogni costo
Bartimeo capisce che Gesù è vicino. A questo punto scatta in lui la decisione di volerlo incontrare a tutti i costi. Non può farlo direttamente, ha bisogno che Gesù si accorga di lui, nonostante la folla che lo ostacola. È cieco, ma può sempre mettersi a gridare. E lo fa con insistenza e il suo grido ripetuto manifesta la sua volontà di suscitare l’attenzione di Gesù; al tempo stesso è anche preghiera, confessione di fede (Figlio di Davide, titolo del Messia atteso) e richiesta di salvezza. Con il suo grido proclama Gesù messia venuto per dare la vista ai ciechi (Is 42).
La chiamata di Gesù, la risposta di Bartimeo
Bartimeo manifesta una grande forza di volontà e una fede che Gesù percepisce e alla quale risponde fermandosi e facendolo chiamare proprio da quelli che prima avevano cercato di farlo tacere. Per tre volte Marco usa il verbo chiamare. La risposta di Bartimeo non si fa attendere. Due segni manifestano la sua determinazione: balza rapidamente in piedi (pur non vedendo) e getta via il suo mantello. Questo gesto ha un significato profondo: manifesta il fatto che Bartimeo è disposto a lasciare tutto, proprio tutto per incontrare Gesù. Il mantello è simbolo dell’unica ricchezza del povero, la sua protezione contro il freddo della notte. La legge ordina di restituirlo al povero prima di sera, perché è l’unica sua difesa (cfr. Es 22,25-26)
Bartimeo, chiamato da Gesù, lascia anche questa piccola ricchezza che possiede; come fa la vedova che getta nel tempio le uniche due monetine che le sono rimaste, mostrando la sua totale disponibilità a Dio e la sua fiducia illimitata nel suo amore (cfr Mc 12,42).
Che io veda di nuovo
Ecco che finalmente Bartimeo è davanti a Gesù. Non lo vede ma ascolta la sua voce e dialoga con lui. La domanda del Signore porta alla luce ciò che c’è nel cuore di Bartimeo; potrebbe sembrare una domanda inutile, visto che è cieco ed è ovvio che vuole essere guarito. Ma Gesù vuole che Bartimeo prenda coscienza di un desiderio ancora più profondo, quello che poi lo metterà definitivamente in moto alla sequela di Gesù: vedere con occhi nuovi per riconoscere in Gesù il figlio dell’uomo, l’Emmanuele.
Una guarigione radicale
La sua fede è riconosciuta da Gesù che lo guarisce e guarendolo porta a piena maturazione la fede stessa. La salvezza di Bartimeo è certo la guarigione fisica, ma ancora più radicalmente è la trasformazione radicale della sua vita. I verbi che Marco usa all’inizio e al termine del racconto (10,46.52) manifestano tale radicale capovolgimento: dalla cecità alla vista, dall’immobilità al cammino, dall’esclusione alla partecipazione al destino di Gesù, alla sua strada
All’inizio Bartimeo, “che era cieco, sedeva lungo la strada” (10,46); dopo aver incontrato Gesù vede di nuovo e lo segue lungo la strada (cfr 10,52).
È un vero e proprio cammino di maturazione di fede che Marco ci racconta, un paradigma che offre alla comunità cristiana del suo tempo e di ogni tempo e a ciascuno di noi oggi.
PER RIFLETTERE DURANTE LA GIORNATA
- Quale parola o versetto di questo brano evangelico sento particolarmente vicini a me in questo momento? Perché?
- La fede di Bartimeo è certo una fede coraggiosa, che non si ferma alle prime difficoltà, ma continua a credere nonostante la situazione nella quale è bloccato. Continua a invocare Gesù e a proclamare la sua fede in lui mentre tutti cercano di metterlo a tacere e ostacolano il suo incontro con Gesù. Ci siamo mai sentiti ostacolo per la fede dei fratelli? Anche noi siamo un po’ come la folla che mette a tacere Bartimeo oppure cerchiamo di dar voce ai “mendicanti” di oggi che ci chiedono di aiutarli a incontrare Gesù? Sappiamo metterci in ascolto degli altri, delle loro difficoltà, dei problemi, delle fatiche che vivono, senza giudicare?
- Bartimeo è modello di chi risponde prontamente alla chiamata di Gesù, libero di seguirlo, senza pesi da portare che lo zavorrano lungo la strada. Quali sono i pesi che ci sembrano bloccare il nostro cammino spirituale? Presentiamoli al Signore perché ci liberi da tutti.
- “Che io veda di nuovo”, chiede Bartimeo . Oggi Gesù rivolge a noi la stessa domanda: “Cosa vuoi che io faccia per te?”. Che io veda davvero, Signore! Chiediamogli di aprire i nostri occhi perché possiamo vedere con gli occhi di Dio il Regno che cresce giorno dopo giorno verso la sua piena manifestazione.
- Questa guarigione rappresenta il punto di arrivo di un percorso di illuminazione che i discepoli stanno percorrendo e che Marco presenta attraverso questa figura marginale per aiutare la sua comunità a non cedere davanti alle difficoltà della sequela, a restare unita nella fede. Nella parrocchia, nella comunità alla quale apparteniamo, percepiamo che la fede in Gesù ci unisce? Ci sosteniamo vicendevolmente? Ci prendiamo cura gli uni degli altri?
- La tua fede ti ha salvato: Gesù pronuncia oggi questa parola per me. Ascoltiamolo. Durante la giornata rileggiamo lentamente il testo e lasciamolo risuonare nel nostro cuore. Prendiamo un po’ di tempo per ripensare al cammino di questi giorni. Scriviamo brevemente parole, osservazioni, decisioni, intuizioni perché possiamo farne tesoro e riprenderle in futuro. Stiamo per iniziare il tempo di avvento, nel quale ci prepariamo a fare memoria della nascita di Gesù e attendiamo e affrettiamo il suo ritorno nella gloria. Rendiamo grazie a Dio con parole nostre e chiediamo al Signore di modellare sempre più la nostra vita a immagine della sua.
♦ MEDITATIO:
LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI
Leggiamo e rileggiamo il testo biblico
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.
RIFLETTIAMO con Evangelii Gaudium
Credere all’infinita creatività di Dio, Signore della storia
278. La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14). Crediamo al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, e si sta sviluppando qui e là, in diversi modi: come il piccolo seme che può arrivare a trasformarsi in una grande pianta (cfr Mt 13,31-32), come una manciata di lievito, che fermenta una grande massa (cfr Mt 13,33) e come il buon seme che cresce in mezzo alla zizzania (cfr Mt 13,24-30), e ci può sempre sorprendere in modo gradito. È presente, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente. La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino di speranza viva!
Senza pretendere di sapere come, né dove, né quando
279. Poiché non sempre vediamo questi germogli, abbiamo bisogno di una certezza interiore, cioè della convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti, perché «abbiamo questo tesoro in vasi di creta» (2Cor 4,7). Questa certezza è quello che si chiama “senso del mistero”. È sapere con certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo (cfr Gv 15,5). Tale fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata. Uno è ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita. A volte ci sembra di non aver ottenuto con i nostri sforzi alcun risultato, ma la missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato grazie alla nostra propaganda; è qualcosa di molto più profondo, che sfugge ad ogni misura. Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con dedizione ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a Lui.
Invocando costantemente lo Spirito
280. Per mantenere vivo l’ardore missionario occorre una decisa fiducia nello Spirito Santo, perché Egli «viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rm 8,26). Ma tale fiducia generosa deve alimentarsi e perciò dobbiamo invocarlo costantemente. Egli può guarirci da tutto ciò che ci debilita nell’impegno missionario. È vero che questa fiducia nell’invisibile può procurarci una certa vertigine: è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!
Papa Francesco, Evangelii gaudium, 278-280
♦ ORATIO:
A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!
Venga il tuo Regno! (Paolo VI, † 1978)
Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini, oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie:
perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui, nel mistero della sua pasqua,
l’artefice della salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni che il tuo Spirito di pace
ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l’odio con l’amore,
la diffidenza con la comprensione,
l’indifferenza con la solidarietà.
Apri ancor più i nostri spiriti e i nostri cuori
alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia,
di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono nel parto di un mondo più fraterno.
Che per gli uomini di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia, di pace e di amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria. Amen!
♦ CONTEMPLATIO:
DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE,
PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!
Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro,
capace di vedere tutto e tutti
con gli occhi buoni di Dio che è buono.
Nel silenzio (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù, di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
accogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.
♦ ACTIO
SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?
Solo per oggi
- Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
- Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto, vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non pretenderò di migliorare o disciplinare alcuno, tranne me stesso.
- Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
- Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
- Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche buona lettura, ricordando che, come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
- Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
- Solo per oggi mi farò un programma che forse non riuscirà a puntino, ma lo farò e mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.
- Solo per oggi crederò fermamente nonostante le apparenze che la Provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.
- Solo per oggi farò almeno una cosa che non desidero fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti farò in modo che nessuno se ne accorga.
- Solo per oggi non avrò timori, in modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà.
Posso ben fare per dodici ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.
Basta a ciascun giorno il suo affanno. (Giovanni XXVIII, † 1963)
AFFIDAMENTO A MARIA
Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, totalmente donata all’Eterno, aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.
Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.
Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne.
Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno.
Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce.
Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia.