ASPETTANDO IL NATALE IN FAMIGLIA
Verso una famiglia capace di gioia e testimonianza
di Luca e Ileana Carando,
Centro di pastorale familiare,
Diocesi di Torino
E noi che cosa dobbiamo fare? (Lc 3,10-18)
La vita di una famiglia scorre veloce, tra le mille cose da fare. Spesso rischiamo di lasciarci trasportare dai nostri ritmi frenetici, senza avere la capacità di fermarci a riflettere sul nostro cammino. Il Vangelo di oggi invita a porci questa domanda: “e noi che cosa dobbiamo fare”?
La risposta che Giovanni suggerisce va nel segno del ritorno all’essenziale: egli invita a liberarsi dalle cose superflue per aprirsi all’altro, per prepararsi all’incontro con Gesù che viene, volto visibile della Misericordia di Dio.
Il Padre, infatti, non si è limitato a dichiarare il suo amore ma nel Natale lo ha reso visibile e tangibile. L’amore non è mai una parola astratta. “Per sua stessa natura è vita concreta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano” (Misericordiae Vultus, 9). E noi che cosa dobbiamo fare? Anche noi siamo chiamati a rendere visibile e tangibile la misericordia di Dio nel nostro quotidiano. Non ci viene chiesto di compiere gesti eclatanti ma di condividere quello che abbiamo: un sorriso, una parola, un po’ d’ascolto, un gesto, del denaro, un pasto, un gioco… un segno semplice dalla portata inimmaginabile, come quello di un Bimbo in una mangiatoia.
Per la riflessione coniugale
Quali sono i modi concreti con cui ti dimostro il mio amore?
Cosa potremmo fare per crescere nell’amore reciproco e nell’amore verso gli altri?
IMPEGNO CON I FIGLI
Proviamo in questa settimana a essere più attenti agli altri (in famiglia, a scuola, al lavoro, nel tempo libero) donando un semplice segno d’amore: un sorriso, un grazie, una chiacchierata, un gioco. Durante la cena possiamo poi raccontarci i nostri piccoli gesti.