II SETTIMANA di Avvento- VENERDÌ 11 DICEMBRE 2015
Matteo 11, 16-19
A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: «Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori». Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie”.
Meditazione
Gesù racconta la breve parabola dei bambini che giocano facendo una semplice osservazione tratta dalla vita della gente: un matrimonio e un funerale.
Il Maestro paragona “questa generazione” alla scena di un gruppo di bambini che rimproverano alcuni loro coetanei di non aver risposto al loro invito, prima di ballare e poi di piangere. “Questa generazione” è un’espressione che troviamo spesso nel Vangelo di Matteo e sottolinea l’incredulità e la chiusura di cuore dei Giudei. Meditiamo: “quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno… la regina del sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà” (12, 41.42), “tutte queste cose ricadranno su questa generazione” (23, 36). Poi ancora “questa generazione malvagia” (12, 45), “generazione malvagia e adultera” (16, 4), “generazione incredula e perversa” (17, 17).
I due stili di musica (funebre e nuziale) esprimono la differenza di stile nella missione di Giovanni Battista e di Gesù: l’uno incentrato sull’essenzialità, l’altro sulla misericordia che si concretizza anche nel pranzare con i peccatori (Mt 9, 10: “Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli”). La reazione dei Giudei è stata purtroppo di rifiuto e chiusura: hanno rigettato l’invito di Giovanni alla penitenza e la proclamazione da parte di Gesù della gioia messianica. Di fatto quindi è stata rifiutata l’azione di Dio che si è realizzata in tutti e due.
Oggi “questa generazione” siamo noi! Veniamo richiamati all’importanza di cogliere il momento favorevole, il momento di Grazia nel quale Dio si manifesta. Questo tempo d’Avvento ci stimola all’attenzione verso gli interventi di misericordia da parte di Dio nella nostra vita, verso le sue opere di amore.
Ecco allora il riferimento finale alla “Sapienza”: essa è, nella tradizione biblica, l’azione salvifica di Dio e si manifesta nelle sue “opere” (Sir 18, 1-4: “Colui che vive in eterno ha creato l’intero universo. … Egli regge il mondo con il palmo della mano e tutto obbedisce alla sua volontà; … A nessuno è possibile svelare le sue opere e chi può esplorare le sue grandezze?”). Le “sue opere” corrispondono qui al compito di Giovanni e a quello di Gesù, i due inviati di Dio (il Precursore e il Messia) che rendono evidente l’origine di queste opere: la sapienza divina.
“Se avessi prestato attenzione” dice Isaia nella prima lettura: prestiamo attenzione, non chiudiamo mai il cuore all’azione di Dio!
Spunti di riflessione
Prendiamo coscienza che questo tempo di Avvento e il percorso di fede che stiamo compiendo è il momento favorevole per noi per ricreare un rapporto gioioso e di fiducia nel Signore. Anche noi, come i bambini della parabola, corriamo il rischio di non raccogliere l’invito di partecipare attivamente al “gioco” di Gesù.