IV SETTIMANA di Avvento – MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015

Luca 1, 46-55

Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre.

Meditazione

Qual è la ragione della gioia di Maria? Il fatto che Dio ha compiuto grandi cose in Lei? Maria riconosce quest’opera, ma prima di tutto si rallegra perché Dio ha trovato spazio nel cuore dell’umanità. Il sì di Maria ne è la riconferma. È pienamente consapevole che tutto è opera della potenza di Dio. Nell’Incarnazione si afferma una nuova logica che rovescia quella umana, un nuovo sguardo sulla storia dell’umanità dove la fedeltà di Dio porta a compimento le promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza. Dio mette l’uomo al centro e con gesto potente lo libera da tutte le oppressioni, esterne e interiori. Un Dio che non si mette mai contro l’uomo, ma sempre in suo favore.

“Per quelli che lo temono”, che sono “gli umili”, “gli affamati” c’è una risposta: la sua misericordia. L’Onnipotente compie il suo disegno di amore attraverso la fragilità dell’amore umano, attraverso un’esistenza segnata non solo dalla povertà ma anche dalla ricerca dell’essere umile al suo cospetto. “Nell’amore non c’è spazio per la paura, al contrario l’amore perfetto scaccia la paura, perché la paura suppone un castigo e chi ha paura non è perfetto nell’amore” (1Gv 4, 18).

“Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”. Non è una consapevolezza che si limita ai fatti compiuti ma un affidarsi nelle mani di Dio. È guardare al futuro attraverso l’esperienza personale di ieri. Comunicarla, condividerla con gli altri è il segno di una grande fede nell’adempimento di ciò che il Signore dice al cuore di ogni uomo. Ecco perché la chiamano Beata, perché ha creduto, perché si è fidata. Maria è figura dei credenti, dei cristiani che ascoltano e si fidano della parola. Possiamo concludere che chi ascolta e osserva la parola di Dio diviene realmente beato.

Spunti di riflessione

Alziamo oggi il nostro “Magnificat” a Dio riconoscendo le grandi cose che ha compiuto in noi e per noi.