II SETTIMANA di Avvento – GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2015

Matteo 11, 11-15

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!

Meditazione

È molto probabile che Gesù sia stato sollecitato a pronunciarsi nei riguardi del Battista, incarcerato e giustiziato da Erode. Il nucleo primitivo (7-10) fu arricchito dall’aggiunta del versetto 11 già nella fonte Q: Matteo vi ha aggiunto i versetti 12-15. All’ultima delle tre domande che Gesù fa alla gente, Gesù fa sua l’opinione della gente che andava a vedere un profeta, ma la supera: Giovanni è più che un semplice profeta, perché è il precursore del Messia. Il versetto 11, in origine indipendente, può a buon diritto rivendicare la paternità del maestro, perché la comunità cristiana primitiva non avrebbe mai esaltato tanto la figura del Battista, opposto dalla setta dei giovanniti alla stessa figura di Cristo. Vi si confrontano non tanto due persone, ma due epoche della storia della salvezza: il tempo dell’attesa e quello del compimento delle promesse. Con la sua presenza Gesù ha esaltato il tempo escatologico, cioè decisivo per la salvezza degli uomini. Giovanni è si grande, ma fa ancora parte dell’epoca preparatoria. A questo punto Matteo, per amore di completezza, riporta un detto di Gesù (12-13), situato da Luca in un altro contesto (16, 16) ma la differenza non si ferma qui: per Matteo l’ora del Battista fa parte della nuova epoca. Il tempo dei profeti e della legge mosaica, cioè del preannunzio della salvezza futura, arriva fino a lui. Con la sua persona il Regno di Dio entra nella storia. Circa il significato della violenza nei confronti del Regno, si può interpretare in due modi: in senso buono, e allora vuol dire che nel regno si entra solo impegnando tutto se stessi; in senso ostile con il significato che il regno è combattuto dalle forze del male.

Spunti di riflessione

L’unica violenza che siamo chiamati a esercitare è quella contro il male che ostacola l’avvento del Regno di Dio.