IV SETTIMANA di Avvento – LUNEDÌ 21 DICEMBRE 2015

Luca 1, 39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo . E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.

Meditazione

Maria, alzatasi, va in fretta a incontrare il segno offerto dall’arcangelo Gabriele. È cammino di fede, è cammino per riconoscere l’opera di Dio nella sua vita, è cammino verso il compimento delle promesse di Dio.

L’incontro con Dio a Nazareth è avvenuto nell’intimità della stanza di Maria, ora avviene in una città di Giuda. A Nazareth l’iniziativa è di

Dio, ora è Maria che si mette in viaggio per essere “serva del Signore”. L’incontro con il segno offerto da Dio ha il sapore dell’incontro con Gabriele poiché tutto scaturisce dal saluto. Al saluto di Maria, Giovanni sussulta nel grembo di Elisabetta, ed Elisabetta riconosce in quel movimento una profezia (stando a Luca, Giovanni e Gesù si incontrano solo qui: cf Lc 3, 20-21). Elisabetta, ricolma di Spirito Santo, benedice Maria e Gesù. La benedizione di Adamo, di Abramo, di Giacobbe, di Giuda, di Davide giunge a compimento in Gesù. Sono i tempi messianici: tempo di compimento delle promesse di Dio, tempo della gioia, tempo in cui tutti sono ricolmi dello Spirito Santo. Ed ecco il segno: Elisabetta è incinta e la chiama “la madre del mio Signore”. La preghiera di Maria, che avvenga per lei secondo le parole di Gabriele, ora è fede che la conduce “all’adempimento delle parole del Signore”.

In questo tempo di avvento, ormai prossimo al Natale del Signore Gesù, siamo invitati a muoverci verso il segno che ci è offerto. Un bambino nella culla, un pezzo di pane nella patena, è il segno che ci apre all’azione di Dio nella nostra vita e nella vita della famiglia umana. È pellegrinaggio che inizia dalla nostra casa, passa attraverso l’incontro con tante persone che vivono nella nostra stessa città e giunge alla comunione con Dio. Il cammino, però, continua nel ritornare verso le nostre case per portare con noi quanto vissuto, per trasformare le nostre città a immagine di quel bambino, a immagine di Gesù. La misericordia di Dio che si manifesta nella piccolezza di un saluto, ora è affidata al nostro saluto, al nostro farci prossimo, al nostro riconoscere i tempi messianici.

Spunti di riflessione

Facciamo nostre le parole della Vergine perché si possa compier anche in noi la volontà di Dio. La nostra vita è un cammino. Deve diventare un pellegrinaggio verso i “segni” con cui Dio si manifesta: la grotta di Betlemme e il Pane eucaristico.