Esercizi spirituali nel quotidiano 2021 – I

“Alzati, scendi e va’ con loro senza esitare”.
Il coraggio di mettersi in cammino

♦ STATIO: IN SILENZIO, METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Invochiamo lo Spirito Santo      
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen

LECTIO: PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA!
Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio, dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.    (D. Bonhoeffer, † 1945)

Dagli atti degli apostoli (10,1-23)
1Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. 2Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. 3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». 4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. 5Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro. 6Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare». 7Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un soldato, uomo religioso, che era ai suoi ordini; 8spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. 10Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: 11vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi. 12In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. 13Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». 14Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro». 15E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». 16Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato nel cielo. 17Mentre Pietro si domandava perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio: dopo aver domandato della casa di Simone, si presentarono all’ingresso, 18chiamarono e chiesero se Simone, detto Pietro, fosse ospite lì. 19Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano; 20àlzati, scendi e va’ con loro senza esitare, perché sono io che li ho mandati». 21Pietro scese incontro a quegli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?». 22Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutta la nazione dei Giudei, ha ricevuto da un angelo santo l’ordine di farti venire in casa sua per ascoltare ciò che hai da dirgli».23Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente partì con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono.

IN ASCOLTO DEL TESTO BIBLICO
Il brano che guiderà in questi giorni la nostra meditazione è apparentemente semplice e lineare; ci chiede però di metterci in attento ascolto per cercare di coglierne tutta la ricchezza e lasciarci trasformare in profondità. Con questa attitudine di particolare ascolto e disponibilità all’opera dello Spirito vogliamo vivere questi giorni di preparazione al nuovo anno liturgico.
Il testo è tratto dagli Atti degli Apostoli e racconta l’incontro tra l’apostolo Pietro e il centurione Cornelio. Tutto il capitolo decimo e metà dell’undicesimo sono dedicati a questo episodio; si tratta dunque di un evento importante per la vita della comunità cristiana che sta muovendo i suoi primi passi. Il nodo centrale della questione è se i pagani, che non appartengono culturalmente e tanto meno religiosamente al mondo giudaico e che quindi non osservano la Legge, possano o meno essere pienamente parte della nascente Chiesa di Gesù, le cui radici sono profondamente radicate nell’alleanza tra il Signore Dio di Israele e il suo popolo. Non è una decisione semplice per la piccola comunità che da una parte teme di compromettere la propria identità e fedeltà alla tradizione dalla quale è nata, dall’altra percepisce progressivamente che lo Spirito la guida verso mete nuove e la chiama ad aprirsi alla missione secondo il disegno di Dio manifestato in Cristo. Questa esperienza, decisiva per la vita della Chiesa, ha molto da insegnare anche a noi oggi, chiamati ad aprire spazi di ascolto e di accoglienza nel contesto sociale nel quale siamo inseriti, per crescere sempre più come “Chiesa sinodale nella comunione, nella partecipazione e nella missione” (cf. Documento preparatorio del Sinodo 2021-2023). Chiediamo allo Spirito di renderci attenti e docili alla sua guida.

Cornelio
È il primo personaggio che incontriamo. È un pagano (At 10,45; 11,1.18) e non è circonciso (At 11,3); vive a Cesarea, una città marittima di una certa importanza all’epoca; è un centurione (comanda cioè una divisione di cento soldati), un ufficiale di basso grado dell’esercito di occupazione e dunque è cittadino romano con un evidente nome latino.
Nonostante il fatto che sia un pagano e che pratichi un mestiere in genere violento, Cornelio ci viene presentato in modo decisamente positivo: è una persona religiosa, timorata di Dio (At 10,2), così come tutta la sua famiglia; è un uomo giusto e stimato da tutta la nazione dei Giudei (At 10,22), un simpatizzante dei Giudei che fa molte elemosine al popolo e prega sempre Dio, come ogni pio ebreo è chiamato a fare secondo la Legge. Cornelio ha dunque alcune caratteristiche che avrebbero dovuto renderlo accetto anche a quei giudei che pure guardavano con un certo disprezzo il mondo pagano. Le parole stesse dell’angelo sono rassicuranti: le preghiere di Cornelio e le sue elemosine sono salite dinanzi a Dio, che si è ricordato di lui (At 10,4). Dio guarda, dunque, con favore non solo i giudei, ma anche i pagani. Comincia così a delinearsi il senso profondo di questo racconto: Dio non fa preferenze di persone e apre la via della conversione a tutti, anche ai pagani, senza che questi debbano necessariamente passare per il giudaismo e l’osservanza della Legge. Ogni diffidenza può essere superata, ogni timore può cedere il passo alla fiducia, ogni pregiudizio può cadere in questo nuovo orizzonte che Dio stesso apre.

Pietro
Il secondo personaggio che incontriamo è l’apostolo Pietro. Nei capitoli precedenti ci è stato descritto come autentico discepolo di Gesù e figura di riferimento per gli Undici (At 1,13), arrestato più volte per aver annunciato il Vangelo. Qui ci viene presentato mentre affronta una situazione di difficoltà, prima a livello personale e poi anche nel rapporto con la sua comunità (At 11,1-18). L’uno e l’altra, sotto la guida dello Spirito, vivranno, come vedremo, una vera e propria ‘conversione’, “un passaggio doloroso e estremamente fecondo, di uscita dalla proprie categorie culturali e religiose” (Sinodo 2021-2023 – Documento preparatorio, 14) e si apriranno all’evangelizzazione del mondo pagano. Il disegno di salvezza di Dio apre inediti orizzonti universali e la piccola comunità di Gesù prende a poco a poco consapevolezza di ciò, non senza fatiche e contrasti. Cambiare mentalità è difficile, ma Pietro saprà coraggiosamente farlo e saprà aiutare tutta la comunità a fare lo stesso, in ascolto dello Spirito.

Lo Spirito di Dio
È lui il vero protagonista del racconto. Tutto il cammino di conversione e di approfondimento della propria identità che la comunità è chiamata a fare è messo in moto da Dio e guidato dal suo Spirito attraverso due visioni, una riservata a Cornelio (At 10,3-6) e una a Pietro (At 10,10-16).
Cornelio risponde prontamente e accoglie senza resistenze l’ordine dell’angelo e si adopera per mandare a chiamare Pietro, che si trova a Giaffa, a circa 50 km da Cesarea.
In visione Pietro riceve un ordine davvero insolito che lo turba profondamente: gli viene infatti richiesto di trasgredire la Legge. Egli si rifiuta di cibarsi degli alimenti che gli vengono presentati, proibiti dalla Legge in quanto ritenuti impuri (cf. Lv 11). Nonostante il racconto precisi che nella visione gli venga chiaramente detto per tre volte: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano» (At 10,15), Pietro non riesce inizialmente a superare la barriera della legge sulla purità alimentare che costitutiva un oggettivo ostacolo all’apertura verso i pagani. Solo a poco a poco Pietro capirà il senso profondo di quella visione, riuscirà a superare i suoi dubbi e timori e trarrà le conseguenze teologiche di quella strana visione.

Senza esitare
Inizialmente Pietro non capisce ed è perplesso. Ma il suo cuore è docile alla voce dello Spirito e si mette in suo ascolto, si lascia guidare nel cammino che Dio ha preparato per lui e per la comunità. Non oppone più resistenza e senza esitare incontra i messaggeri del centurione, li fa entrare, li ospita in casa sua e il giorno seguente va con loro a Cesarea, lì dove lo Spirito lo invia. Il gesto dell’ospitalità di Pietro a quei pagani è un segno importante del processo di cambiamento di mentalità, di vera e propria conversione che Pietro vive in se stesso. Egli si mette in cammino, fisicamente e spiritualmente, lasciando allo Spirito le redini della sua vita e della vita della comunità della quale è il punto di riferimento. Non è semplice per noi oggi comprendere l’importanza di ciò che sta avvenendo e la portata ‘rivoluzionaria’ di questi suoi gesti. Domani vedremo Pietro entrare in casa di un pagano e vivere l’esperienza dell’incontro con Cornelio, un incontro personale, inatteso, preparato dal Signore. Questa esperienza lo aiuterà a cogliere sempre più profondamente la portata universale del disegno di Dio in Cristo.

 MEDITATIO: LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI

Leggiamo e rileggiamo il testo biblico
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.
Facciamo silenzio perché possiamo ascoltare
quanto il Signore vorrà dire a ciascuno di noi.

Per accompagnare la nostra meditazione 
(papa Francesco, Ai fedeli della diocesi di Roma, 18.09.21)

 Sta per iniziare un processo sinodale, un cammino in cui tutta la Chiesa si trova impegnata intorno al tema: «Per un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione»: tre pilastri. Sono previste tre fasi, che si svolgeranno tra ottobre 2021 e ottobre 2023. Questo itinerario è stato pensato come dinamismo di ascolto reciproco, voglio sottolineare questo: un dinamismo di ascolto reciproco, condotto a tutti i livelli di Chiesa, coinvolgendo tutto il popolo di Dio. (…) Non si tratta di raccogliere opinioni, no. Non è un’inchiesta, questa; ma si tratta di ascoltare lo Spirito Santo, come troviamo nel libro dell’Apocalisse: «Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (2,7). Avere orecchi, ascoltare, è il primo impegno. Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita. Capitò al profeta Elia di scoprire che Dio è sempre un Dio delle sorprese, anche nel modo in cui passa e si fa sentire:
«Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce […], ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello» (1Re 19, 11-13).
Ecco come ci parla Dio. Ed è per questa “brezza leggera” – che gli esegeti traducono anche “voce sottile di silenzio” e qualcun altro “un filo di silenzio sonoro” – che dobbiamo rendere pronte le nostre orecchie, per sentire questa brezza di Dio. (…)
Il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo di Chiesa sinodale, evitando, però, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla che preveda alternative. Non lo dico sulla base di un’opinione teologica, neanche come un pensiero personale, ma seguendo quello che possiamo considerare il primo e il più importante “manuale” di ecclesiologia, che è il libro degli Atti degli Apostoli.
La parola “sinodo” contiene tutto quello che ci serve per capire: “camminare insieme”. Il libro degli Atti è la storia di un cammino che parte da Gerusalemme e, attraversando la Samaria e la Giudea, proseguendo nelle regioni della Siria e dell’Asia Minore e quindi nella Grecia, si conclude a Roma. Questa strada racconta la storia in cui camminano insieme la Parola di Dio e le persone che a quella Parola rivolgono l’attenzione e fede. La Parola di Dio cammina con noi. Tutti sono protagonisti, nessuno può essere considerato semplice comparsa. Questo bisogna capirlo bene: tutti sono protagonisti. Non è più protagonista il Papa, il Cardinale vicario, i Vescovi ausiliari; no: tutti siamo protagonisti, e nessuno può essere considerato una semplice comparsa. I ministeri, allora, erano ancora considerati autentici servizi. E l’autorità nasceva dall’ascolto della voce di Dio e della gente – mai separarli – che tratteneva “in basso” coloro che la ricevevano. Il “basso” della vita, a cui bisognava rendere il servizio della carità e della fede. Ma quella storia non è in movimento soltanto per i luoghi geografici che attraversa. Esprime una continua inquietudine interiore: questa è una parola chiave, la inquietudine interiore. Se un cristiano non sente questa inquietudine interiore, se non la vive, qualcosa gli manca; e questa inquietudine interiore nasce dalla propria fede e ci invita a valutare cosa sia meglio fare, cosa si deve mantenere o cambiare. Quella storia ci insegna che stare fermi non può essere una buona condizione per la Chiesa (cfr Evangelii gaudium, 23). E il movimento è conseguenza della docilità allo Spirito Santo, che è il regista di questa storia in cui tutti sono protagonisti inquieti, mai fermi.

PER RIFLETTERE DURANTE LA GIORNATA

  1. Prendiamo una matita e sottolineiamo quello che ci colpisce in modo particolare nei testi che abbiamo letto, quello che vorremmo comprendere meglio o vivere con maggior impegno e profondità, quello che ci sorprende, quello ci infonde coraggio…. Entriamo nel testo anche in questo semplice ma utile modo.
  2. “La parola sinodo – ha detto papa Francesco – contiene tutto quello che ci serve per capire: camminare insieme”. Pietro, dopo l’esitazione iniziale, obbedisce allo Spirito e si mette in cammino. I cristiani non sono una comunità di gente chiusa in se stessa, ma è gente che “cammina secondo lo Spirito” (Gal 5,16-25). Camminare chiede allenamento costante e paziente. Chiede di saper scegliere bene la strada da percorrere e l’umiltà di tornare sui propri passi, quando è necessario; chiede anche di prenderci cura dei nostri compagni di viaggio: insieme si cammina meglio. Sono e mi sento in cammino? Oppure preferisco la quiete rassicurante della routine quotidiana, senza espormi ai rischi del viaggio? Chiediamo al Signore di aiutarci a uscire dalle nostre sicurezze per andare verso gli altri, che attendono la gioia della buona notizia che Gesù è il Signore. Non chiudiamo il nostro cuore, ma apriamolo allo Spirito e alla sua forza trasformante.
  3. Siamo chiamati a camminare insieme seguendo lo Spirito: la strada passa per una continua conversione, per il rinnovamento della nostra mentalità perché si adegui a quella dello Spirito Santo. Quanto spazio lo Spirito Santo nella mia preghiera, nella mia meditazione, nella mia vita di tutti i giorni? Facciamogli posto nella nostra vita.
  4. “La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo”. Con queste parole si apre il Documento preparatorio del Sinodo 2021-2023: “Per una Chiesa sinodale nella comunione, nella partecipazione e nella missione”. Questo documento è disponibile on-line all’indirizzo: https://www.synod.va/it/news/documento-preparatorio.html oppure può essere acquistato in libreria. Prendiamo la decisione di leggerlo con attenzione, da soli o, meglio, in famiglia, in un piccolo gruppo, in parrocchia. Potrebbe, per esempio, accompagnare il cammino del Tempo di Avvento che stiamo per iniziare.

  ORATIO: A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!

Camminare insieme      (Mons. Ezio Morosi, † 2019)
Insegnaci, Signore, a camminare insieme,
con lo sguardo nella stessa direzione,
uniti dalla stessa meta, alla ricerca degli stessi valori
verso Colui che ci ama e che ci attende.
Camminare insieme,
può anche portare a pestarci i piedi, a incomprensioni e a litigi,
ma camminare da soli è sempre più faticoso e sempre meno umano.
Insegnaci a camminare insieme
per vincere gli sbandamenti, per sostenerci nelle difficoltà,
per evitare falsi miraggi, per difenderci dalle attrattive del male,
per non tradire le nostre scelte, per non allontanarci dalla giusta strada,
per cercare il nostro vero bene.
Insegnaci a camminare insieme
per scambiarci le gioie, per condividere le fatiche,
per rafforzare la fede, per superare i dubbi,
per conoscerci meglio, per amarci di più ed illuminare di serenità la nostra vita.
Camminare insieme è un continuo ricevere e donare,
è sommare le luci, dimezzare le tenebre, non sentire stanchezza.
Camminare insieme è prenderci per mano,
è sognare insieme, è pregare insieme, è vivere insieme.
Camminare insieme è somigliarsi, è una consolazione profonda,
è un bisogno dell’uomo, è un desiderio di Dio.
Insegnaci, Signore, a camminare insieme.

Preghiamo per tutta la Chiesa
e perché il cammino sinodale porti abbondanti frutti di grazia:
Signore, proteggi sempre la tua Chiesa, sostienila nelle difficoltà, illuminala nelle scelte, rendila sempre più generosa nel servizio ai poveri e fa’ che sia nel mondo un segno vivo e gioioso della tua presenza.
Fa’ che il cammino sinodale che abbiamo iniziato sia occasione di profondo rinnovamento per tutta la comunità cristiana, in ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Con fiducia ti preghiamo.

CONTEMPLATIO:   DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE, PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!
Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro,
capace di vedere tutto e tutti con gli occhi buoni di Dio che è buono.

Nel silenzio                  (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù, di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce per intercessione di Maria, vergine della fede.

Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO: SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?
Abbiamo ascoltato, meditato, pregato.
La Parola ci chiede di essere vissuta
nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,            Sl 25(24),5
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.

 RALLEGRATI, PIENA DI GRAZIA
Rallégrati, piena di grazia,                                 (Fr. Michel Hubaut)
Madre di ogni nostro desiderio di felicità.
Tu sei la terra che dice sì alla vita.
Tu sei l’umanità che dà il suo consenso a Dio.
Tu sei la nuova Eva e la madre dei viventi.
Tu sei il frutto delle promesse del passato
e l’avvenire del nostro presente.
Tu sei la fede che accoglie l’imprevedibile,
ascolta lo Spirito creatore e si meraviglia.
Tu sei la fede che accoglie l’invisibile,
come il fiore si apre al calore del sole.
Prega per noi e per tutta l’umanità.


Al mattino: Dal Salmo 63(62)
2    O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
3    Così nel santuario ti ho contemplato,
     guardando la tua potenza e la tua gloria.
4    Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
5    Così ti benedirò per tutta la vita:
     nel tuo nome alzerò le mie mani.
6    Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
7    Quando nel mio letto di te mi ricordo
     e penso a te nelle veglie notturne,
8    a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
9    A te si stringe l’anima mia:
     la tua destra mi sostiene.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
come era nel principio
e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Custodiscimi in questo giorno, Signore                         
Signore, resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni, le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca perché non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà.


Prima dei pasti
Signore, tu stai alla porta e bussi:
fa’ che ascoltiamo la tua voce
e che ti apriamo la porta delle nostre case e dei nostri cuori.
Siedi a tavola con noi, infondi gioia, pace e benedizione.
Grazie dei tuoi doni: insegnaci a condividerli con generosità. Amen.


ALLA SERA: Salmo 91(90)
1    Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
2    Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
     mio Dio in cui confido».
3    Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
4    Ti coprirà con le sue penne,
     sotto le sue ali troverai rifugio;
     la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
5    Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
6    la peste che vaga nelle tenebre,
     lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7    Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.
8    Basterà che tu apra gli occhi
     e vedrai la ricompensa dei malvagi!
9    «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:
10   non ti potrà colpire la sventura,
     nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11   Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.
12   Sulle mani essi ti porteranno,
     perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
13   Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.
14   «Lo libererò, perché a me si è legato,
     lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
15   Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso.
16   Lo sazierò di lunghi giorni
     e gli farò vedere la mia salvezza».

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
come era nel principio
e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.