Esercizi spirituali nel quotidiano 2021 – IV

“Anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!”
Il coraggio di rinnovarsi

♦ STATIO: INSILENZIO, METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Invochiamo lo Spirito Santo      
Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo:
siamo tutti riuniti nel tuo nome.
Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori.
Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire tutti insieme.
Non permettere che da noi peccatori sia lesa la giustizia,
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.
Lo chiediamo a Te, che agisci in tutti i tempi e in tutti i luoghi,
in comunione con il Padre e con il Figlio,
per tutti i secoli dei secoli. Amen

 LECTIO: PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA!
Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio, dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.    (D. Bonhoeffer, † 1945)

Dagli atti degli apostoli      (11,1-18)
1Gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. 2E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano 3dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
4Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: 5«Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. 6Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. 7Sentii anche una voce che mi diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. 8Io dissi: “Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca”. 9Nuovamente la voce dal cielo riprese: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. 10Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. 11Ed ecco, in quell’istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. 12Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell’uomo. 13Egli ci raccontò come avesse visto l’angelo presentarsi in casa sua e dirgli: “Manda qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; 14egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia”. 15Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. 16Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: “Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo”. 17Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
18All’udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».

IN ASCOLTO DEL TESTO BIBLICO

La fatica di cambiare
Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro cammino di meditazione in preparazione al nuovo anno liturgico. Siamo ancora in compagnia di Pietro; con lui si confrontano alcuni membri della Chiesa che non accettano la svolta missionaria che egli ha attuato e gli rimproverano di essere entrato in casa di uomini non circoncisi e di aver perfino mangiato insieme a loro (At 11,3); questo è motivo di particolare scandalo per alcuni. Pietro si difende raccontando semplicemente ciò che ha vissuto e la sua consapevolezza di aver agito mosso dallo Spirito di Dio. Ripercorre in modo ordinato quanto ha vissuto (At 11,4-17), con sincerità, senza nascondere la sua iniziale resistenza che solo grazie all’impulso dello Spirito riesce a vincere. Non era solo: anche altri sei fratelli erano presenti all’incontro con Cornelio e hanno ascoltato la sua testimonianza di come attendesse la salvezza per lui e per tutta la sua famiglia (At 11,12-14). Pietro testimonia la discesa dello Spirito su tutti quei pagani, così come in principio era sceso su di loro a Gerusalemme. Come avrebbe potuto impedire allo Spirito di portare a compimento la sua opera? Chi sono io – dice Pietro – per porre impedimento a Dio (At 11,17)?
Il suo racconto è teso proprio a far emergere questo aspetto fondamentale: il vero protagonista di tutto ciò che è successo è Dio stesso; Pietro si è solo lasciato condurre. La salvezza dei pagani e il loro ingresso nella Chiesa è opera dello Spirito.
Pietro propone una vera e propria lettura teologica di quello che è accaduto. Coglie in quei segni la volontà di Dio per la Chiesa, chiamata a modificare le sue regole, il suo modo di rapportarsi ai lontani, a ripensare il suo rapporto con la Legge mosaica. Non sono questioni da poco e non è stato un momento facile per la giovane comunità che muoveva i suoi primi passi.

La gioia che viene dallo Spirito
Ma lo Spirito non ha fatto mancare la sua guida e la Chiesa si è lasciata condurre, manifestando grande coraggio. Nell’ascolto dello Spirito e nell’accoglienza della parola autorevole di Pietro la comunità ritrova la sua unità. Da tutto ciò sgorga la gratitudine e la lode a Dio che ha concesso la vita anche ai pagani; è gioia che nasce dalla condivisione di una stessa fede, dal sentirsi raggiunti insieme dalla salvezza di Dio. La gioia viene dall’aprirsi all’altro e dal sapere che l’altro è amato da Dio e oggetto della sua benevolenza. È la gioia più grande, di chi sa gioire del bene degli altri.

La disponibilità a imparare dall’esperienza
Pietro e la comunità prendono sul serio quanto accaduto; quell’esperienza cambia per sempre il volto della Chiesa. I frutti riguardano certo i pagani, ma prima ancora riguardano Pietro e la comunità che trova il coraggio di lasciarsi rinnovare dallo Spirito, che apre i confini della sua la missione e allo stesso tempo rafforza le sue fondamenta in Cristo.
L’esperienza fatta, letta alla luce dello Spirito, diventa stile pastorale, attitudine permanente di incontro con gli altri, anche con coloro che appaiono lontani: nessuno deve sentirsi rifiutato. Lo Spirito spinge la Chiesa ad aprirsi per essere per tutti segno della salvezza che viene da Gesù, il Signore di tutti (At 10,36).

Lo Spirito apre nuove vie
Tutto ciò accade per opera dello Spirito che conduce Pietro nella comprensione sempre più profonda del mistero di Dio e del suo progetto di salvezza. Tutto avviene sotto l’impulso dello Spirito, che guida gli evangelizzatori lungo strade nuove e inattese. Eventuali blocchi causati da paure anche ragionevoli, eventuali ostacoli che possono trovarsi lungo queste vie, vengono superati grazie alla certezza che lo Spirito del Signore precede, accompagna, conduce la sua Chiesa e gli annunciatori del Vangelo. La forza della Buona Notizia apre strade impensabili, ieri come oggi. Ci invita a uscire con coraggio dai nostri soliti circuiti per avventurarci su strade nuove, anche verso situazioni e persone che ci appaiono lontane. Pietro ci insegna che per annunciare il Vangelo bisogna metterci in gioco personalmente ed essere disposti a cambiare. Ci insegna che la modalità privilegiata dell’annuncio è il rapporto personale, l’incontro con l’altro, da pari a pari, raggiungendolo lì dove è nel suo cammino. Quanto ha vissuto ci mostra che a volte i lontani sono tali solo perché noi li teniamo a distanza e li consideriamo tali. L’incontro personale ancora oggi è la via privilegiata per favorire l’incontro con Gesù e la sua opera di salvezza.

In attesa del Regno che viene
Giunti al termine del nostro cammino, in questo tempo drammatico segnato dalla pandemia, ci prepariamo ad entrare nel nuovo anno liturgico nella certezza che il regno del Signore cresce nella storia, nonostante tutte le fatiche, le difficoltà, i nostri peccati. Chiediamo al Signore di aiutarci a superare tutti gli ostacoli esteriori e interiori che affaticano il cammino verso il suo Regno, di renderci sempre più comunità accogliente, capace di offrire speranza e amore, al modo di Gesù.
Andiamo anche noi, come Pietro, a cercare le persone lì dove sono nella vita di tutti i giorni, lasciandoci interpellare dalle loro domande, gioie, speranze, tristezze e angosce: il Vangelo ha una parola sempre nuova e trasformante per tutti.
Il tempo di Avvento che stiamo per iniziare è il tempo liturgico nel quale tutta la Chiesa con particolare intensità invoca il ritorno di Gesù, perché il regno di Dio si compia finalmente in pienezza. È un regno di fratelli e sorelle, senza barriere, senza distinzioni, dove si vive un amore grande come quello di Gesù, che per amore ha infranto la barriera più grande:
“pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso” (Fil 2,6),
“si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).
Vieni, Signore Gesù!

MEDITATIO: LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI
 Leggiamo e rileggiamo il testo biblico
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.
Facciamo silenzio perché possiamo ascoltare
quanto il Signore vorrà dire a ciascuno di noi.

Per accompagnare la nostra meditazione
(papa Francesco, Omelia nella Celebrazione eucaristica per l’apertura del Sinodo sulla sinodalità, 10.10.21 – parte II)

Secondo verbo: ascoltare. Un vero incontro nasce solo dall’ascolto. Gesù infatti si pone in ascolto della domanda di quell’uomo e della sua inquietudine religiosa ed esistenziale. Non dà una risposta di rito, non offre una soluzione preconfezionata, non fa finta di rispondere con gentilezza solo per sbarazzarsene e continuare per la sua strada. Semplicemente lo ascolta. Tutto il tempo che sia necessario, lo ascolta, senza fretta. E – la cosa più importante – non ha paura, Gesù, di ascoltarlo con il cuore e non solo con le orecchie. Infatti, la sua risposta non si limita a riscontrare la domanda, ma permette all’uomo ricco di raccontare la propria storia, di parlare di sé con libertà. Cristo gli ricorda i comandamenti, e lui inizia a parlare della sua infanzia, a condividere il suo percorso religioso, il modo in cui si è sforzato di cercare Dio. Quando ascoltiamo con il cuore succede questo: l’altro si sente accolto, non giudicato, libero di narrare il proprio vissuto e il proprio percorso spirituale.
Chiediamoci, con sincerità, in questo itinerario sinodale: come stiamo con l’ascolto? Come va “l’udito” del nostro cuore? Permettiamo alle persone di esprimersi, di camminare nella fede anche se hanno percorsi di vita difficili, di contribuire alla vita della comunità senza essere ostacolate, rifiutate o giudicate? Fare Sinodo è porsi sulla stessa via del Verbo fatto uomo: è seguire le sue tracce, ascoltando la sua Parola insieme alle parole degli altri. È scoprire con stupore che lo Spirito Santo soffia in modo sempre sorprendente, per suggerire percorsi e linguaggi nuovi. È un esercizio lento, forse faticoso, per imparare ad ascoltarci a vicenda – vescovi, preti, religiosi e laici, tutti, tutti i battezzati – evitando risposte artificiali e superficiali, risposte prêt-à-porter, no. Lo Spirito ci chiede di metterci in ascolto delle domande, degli affanni, delle speranze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione. E anche in ascolto del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette davanti. Non insonorizziamo il cuore, non blindiamoci dentro le nostre certezze. Le certezze tante volte ci chiudono. Ascoltiamoci.
Infine, discernere. L’incontro e l’ascolto reciproco non sono qualcosa di fine a sé stesso, che lascia le cose come stanno. Al contrario, quando entriamo in dialogo, ci mettiamo in discussione, in cammino, e alla fine non siamo gli stessi di prima, siamo cambiati. Il Vangelo oggi ce lo mostra. Gesù intuisce che l’uomo che ha di fronte è buono e religioso e pratica i comandamenti, ma vuole condurlo oltre la semplice osservanza dei precetti. Nel dialogo, lo aiuta a discernere. Gli propone di guardarsi dentro, alla luce dell’amore con cui Egli stesso, fissandolo, lo ama (cfr v. 21), e di discernere in questa luce a che cosa il suo cuore è davvero attaccato. Per poi scoprire che il suo bene non è aggiungere altri atti religiosi, ma, al contrario, svuotarsi di sé: vendere ciò che occupa il suo cuore per fare spazio a Dio.
È una preziosa indicazione anche per noi. Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. E la seconda Lettura proprio oggi ci dice che la Parola di Dio «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). La Parola ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una “convention” ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, perché non sia un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. In questi giorni Gesù ci chiama, come fece con l’uomo ricco del Vangelo, a svuotarci, a liberarci di ciò che è mondano, e anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci.
Cari fratelli e sorelle, buon cammino insieme! Che possiamo essere pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle sorprese dello Spirito Santo. Non perdiamo le occasioni di grazia dell’incontro, dell’ascolto reciproco, del discernimento. Con la gioia di sapere che, mentre cerchiamo il Signore, è Lui per primo a venirci incontro con il suo amore.

PER RIFLETTERE DURANTE LA GIORNATA

  1. “Cari fratelli, dal principe degli Apostoli impariamo che un evangelizzatore non può essere un impedimento all’opera creativa di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4), ma uno che favorisce l’incontro dei cuori con il Signore. E noi, come ci comportiamo con i nostri fratelli, specie con coloro che non sono cristiani? Siamo impedimento per l’incontro con Dio? Ostacoliamo il loro incontro con il Padre o lo agevoliamo?” (papa Francesco)
  2. Cambiare mentalità è difficile. Pietro saprà coraggiosamente farlo e saprà aiutare tutta la comunità a fare lo stesso, in ascolto dello Spirito. Nella parrocchia, nella comunità alla quale apparteniamo, ci adoperiamo per crescere nell’unità, ci sosteniamo vicendevolmente, ci ascoltiamo reciprocamente, ci prendiamo cura dei malati, dei poveri, delle persone sole? Chiediamo al Signore cosa possiamo fare oggi per essere membra vive della nostra comunità.
  3. “È dunque lo Spirito a scrivere la storia della Chiesa e del mondo. Noi siamo pagine aperte, disponibili a ricevere la sua calligrafia. E in ciascuno di noi lo Spirito compone opere originali, perché non c’è mai un cristiano del tutto identico a un altro. Nel campo sterminato della santità, l’unico Dio, Trinità d’Amore, fa fiorire la varietà dei testimoni: tutti uguali per dignità, ma anche unici nella bellezza che lo Spirito ha voluto si sprigionasse in ciascuno di coloro che la misericordia di Dio ha reso suoi figli. Non dimentichiamo, lo Spirito è presente, è presente in noi. Ascoltiamo lo Spirito, chiamiamo lo Spirito – è il dono, il regalo che Dio ci ha fatto (…). Vieni Spirito Santo. Una bella preghiera questa: Vieni, Spirito Santo” (papa Francesco). Ripetiamola spesso oggi e nei giorni che verranno, in modo che sempre più sgorghi spontaneamente dal nostro cuore: Vieni, Spirito Santo!
  4. Ripensiamo al cammino di questi giorni. Scriviamo brevemente parole, osservazioni, decisioni, intuizioni perché possiamo farne tesoro e riprenderle in futuro. Stiamo per iniziare il tempo di Avvento, nel quale ci prepariamo a fare memoria della nascita di Gesù e attendiamo e affrettiamo il suo ritorno nella gloria. Rendiamo grazie a Dio con parole nostre e affidiamo al Signore l’intera umanità, perché diventi sempre una sola famiglia di Dio. Vieni, Signore Gesù!

ORATIO: A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!

Spirito di discernimento          
Tu che con la tua luce inesorabile distingui la verità dall’errore,
aiutaci a discernere il vero.
Liberaci da ogni falsità, sia verso gli altri che verso noi stessi.
Mostraci la volontà divina in tutte le circostanze della nostra vita,
così che possiamo prendere le giuste decisioni.
Aiutaci a cogliere negli avvenimenti i segni di Dio,
gli inviti che ci rivolge, gli insegnamenti che vuole donarci.
Rendici capaci di percepire e di seguire i tuoi suggerimenti,
per non perdere nessuna delle tue sante ispirazioni.
Concedici quella perspicacia soprannaturale
che ci faccia scoprire le esigenze della carità
e comprendere tutto ciò che richiede un amore generoso.
Eleva il nostro sguardo, perché possa discernere la presenza di Dio,
là dove Egli si rende presente e dovunque la sua azione ci raggiunga e ci tocchi. Amen.

Preghiamo per tutta la Chiesa
e perché il cammino sinodale porti abbondanti frutti di grazia:
Signore, proteggi sempre la tua Chiesa, sostienila nelle difficoltà, illuminala nelle scelte, rendila sempre più generosa nel servizio ai poveri e fa’ che sia nel mondo un segno vivo e gioioso della tua presenza.
Fa’ che il cammino sinodale che abbiamo iniziato sia occasione di profondo rinnovamento per tutta la comunità cristiana, in ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Con fiducia ti preghiamo.

 CONTEMPLATIO:   DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE, PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!
Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro, capace di vedere tutto e tutti con gli occhi buoni di Dio che è buono.

Nel silenzio                  (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù,
di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce
per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore,
di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO: SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?
Abbiamo ascoltato, meditato, pregato.
La Parola ci chiede di essere vissuta
nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

Affidamento a Maria
“Vergine Madre, figlia del tuo figlio
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘I suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura”.

Ti preghiamo, o Vergine, proteggi la Chiesa fiorentina, così che essa risplenda per una testimonianza viva e operosa del Vangelo del tuo Figlio, nella ricchezza e nella varietà dei doni dello Spirito.

Ti preghiamo, o Madre, vieni in soccorso ai tuoi figli di Firenze, che a te accorrono per trovare nell’abbraccio grande della cupola della loro cattedrale, a te dedicata, quella unità di intenti di cui la città ha bisogno perché sia difesa ed esaltata la dignità di ogni persona umana e sia ricercato sempre e da tutti il bene comune.

Tu che sei “di speranza fontana vivace”, illumina e sostieni il cammino di chi ti invoca, perché con te giunga alla meta del cielo, di cui ti riconosciamo Regina.

“In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate”.
Amen. 

Giuseppe Card. Betori


Al mattino: Dal Salmo 63(62)
2    O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
3    Così nel santuario ti ho contemplato,
     guardando la tua potenza e la tua gloria.
4    Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
5    Così ti benedirò per tutta la vita:
     nel tuo nome alzerò le mie mani.
6    Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
7    Quando nel mio letto di te mi ricordo
     e penso a te nelle veglie notturne,
8    a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
9    A te si stringe l’anima mia:
     la tua destra mi sostiene.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
come era nel principio
e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Custodiscimi in questo giorno, Signore                         
Signore, resta con me in questo giorno
e anima le mie azioni, le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi,
ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani perché non si allunghino per fare il male
ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca perché non dica cose false e vane
e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti
e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo
ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere
il tuo misterioso messaggio
per compiere, anche oggi, la tua volontà.


Prima dei pasti
Signore, tu stai alla porta e bussi:
fa’ che ascoltiamo la tua voce
e che ti apriamo la porta delle nostre case e dei nostri cuori.
Siedi a tavola con noi, infondi gioia, pace e benedizione.
Grazie dei tuoi doni: insegnaci a condividerli con generosità. Amen.


ALLA SERA: Salmo 91(90)
1    Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
2    Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
     mio Dio in cui confido».
3    Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
4    Ti coprirà con le sue penne,
     sotto le sue ali troverai rifugio;
     la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
5    Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
6    la peste che vaga nelle tenebre,
     lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7    Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.
8    Basterà che tu apra gli occhi
     e vedrai la ricompensa dei malvagi!
9    «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:
10   non ti potrà colpire la sventura,
     nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11   Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.
12   Sulle mani essi ti porteranno,
     perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
13   Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.
14   «Lo libererò, perché a me si è legato,
     lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
15   Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso.
16   Lo sazierò di lunghi giorni
     e gli farò vedere la mia salvezza».

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
come era nel principio
e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.