Esercizi spirituali nel quotidiano – II giorno

Mercoledì 23 novembre

PACE A VOI!
La pace dono del Risorto

  • STATIO – In silenzio, mettiamoci alla presenza del Signore

Invochiamo lo Spirito Santo (Carlo Maria Martini, † 2012)
Vieni, Spirito creatore,
vieni, Legge nuova, aprici gli occhi
perché possiamo contemplare
il mistero di Dio all’opera nella storia.
Vieni, Spirito consolatore,
e aprici il cuore
perché possiamo conoscere come noi, grazie a te,
siamo parte attiva di quel mistero.
Vieni, Spirito di Cristo,
e mostraci il volto di Gesù nella storia,
mostraci il volto della Chiesa di Gesù. Amen

  • LECTIO – Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta

Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio, dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola. (D. Bonhoeffer, † 1945)

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23)
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

In ascolto del testo biblico (papa Francesco, Omelia, 24 aprile 2022)
Il Signore risorto appare ai discepoli e a loro, che l’avevano abbandonato, offre la sua misericordia, mostrando le sue piaghe. Le parole che rivolge loro sono ritmate da un saluto, che compare in questo passo del Vangelo ben tre volte: «Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26). Pace a voi! È il saluto del Risorto, che viene incontro a ogni debolezza e sbaglio umano. Seguiamo allora i tre pace a voi! di Gesù: vi scopriremo tre azioni della divina misericordia in noi. Essa anzitutto dà gioia; poi suscita il perdono; infine consola nella fatica.

1. In primo luogo la misericordia di Dio dà gioia, una gioia speciale, la gioia di sentirsi perdonati gratuitamente. Quando la sera di Pasqua i discepoli vedono Gesù e si sentono dire per la prima volta pace a voi!, gioiscono (cfr v. 20). Erano chiusi in casa per la paura; ma erano anche chiusi in se stessi, abbattuti da un senso di fallimento. Erano discepoli che avevano abbandonato il Maestro: al momento del suo arresto, si erano dati alla fuga. Pietro lo aveva addirittura rinnegato tre volte e uno del loro gruppo – uno di loro, proprio! – era stato il traditore. C’erano motivi per sentirsi non soltanto impauriti, ma falliti, gente da niente. In passato, certo, avevano fatto scelte coraggiose, avevano seguito il Maestro con entusiasmo, impegno e generosità, ma alla fine tutto era precipitato; la paura aveva prevalso e avevano commesso il grande peccato: lasciare solo Gesù nel momento più tragico. Prima della Pasqua pensavano di essere fatti per grandi cose, discutevano su chi fosse il più grande tra di loro e così via… Ora si trovano proprio a toccare il fondo.
In questo clima arriva il primo pace a voi!. I discepoli avrebbero dovuto provare vergogna, e invece gioiscono. Chi li capisce… Perché? Perché quel volto, quel saluto, quelle parole spostano la loro attenzione da sé stessi a Gesù. Infatti «i discepoli gioirono – precisa il testo – al vedere il Signore» (v. 20). Vengono distolti da sé stessi e dai propri fallimenti e attirati dai suoi occhi, dove non c’è severità, ma misericordia. Cristo non recrimina sul passato, ma dona loro la benevolenza di sempre. E ciò li rianima, infonde nei loro cuori la pace perduta, li rende uomini nuovi, purificati da un perdono donato senza calcoli, un perdono donato senza meriti.
Questa è la gioia di Gesù, la gioia che abbiamo provato anche noi sperimentando il suo perdono. Ci è capitato di assomigliare ai discepoli della Pasqua: dopo una caduta, un peccato, un fallimento. In quei momenti sembra che non ci sia più nulla da fare. Ma proprio lì il Signore fa di tutto per donarci la sua pace: attraverso una Confessione, le parole di una persona che si fa vicina, una consolazione interiore dello Spirito, un avvenimento inaspettato e sorprendente… In vari modi Dio si premura di farci sentire l’abbraccio della sua misericordia, una gioia che nasce dal ricevere “il perdono e la pace”. Sì, quella di Dio è una gioia che nasce dal perdono e lascia la pace. È così: nasce dal perdono e lascia la pace; una gioia che rialza senza umiliare, come se il Signore non capisse cosa sta succedendo. Fratelli e sorelle, facciamo memoria del perdono e della pace ricevuti da Gesù. Ognuno di noi li ha ricevuti; ognuno di noi ne ha l’esperienza. Facciamo un po’ di memoria, ci farà bene! Mettiamo il ricordo dell’abbraccio e delle carezze di Dio davanti a quello dei nostri sbagli e delle nostre cadute. Così alimenteremo la gioia. Perché nulla può essere più come prima per chi sperimenta la gioia di Dio! Questa gioia ci cambia.

2. Pace a voi! Il Signore lo dice una seconda volta, aggiungendo: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (v. 21). E dona ai discepoli lo Spirito Santo, per renderli operatori di riconciliazione: «A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (v. 23). Non solo ricevono misericordia, ma diventano dispensatori di quella stessa misericordia che hanno ricevuto. Ricevono questo potere, ma non in base ai loro meriti, ai loro studi, no: è un puro dono di grazia, che poggia però sulla loro esperienza di uomini perdonati. (…)
«A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati». Queste parole sono all’origine del sacramento della Riconciliazione, ma non solo. Tutta la Chiesa è stata resa da Gesù una comunità dispensatrice di misericordia, un segno e uno strumento di riconciliazione per l’umanità. Fratelli, sorelle, ciascuno di noi ha ricevuto nel Battesimo lo Spirito Santo per essere uomo e donna di riconciliazione. Quando sperimentiamo la gioia di essere liberati dal peso dei nostri peccati, dei nostri fallimenti; quando sappiamo in prima persona che cosa significa rinascere, dopo un’esperienza che sembrava senza via d’uscita, allora bisogna condividere con chi ci sta accanto il pane della misericordia. Sentiamoci chiamati a questo. E chiediamoci: io, qui dove vivo, io, in famiglia, io, al lavoro, nella mia comunità, promuovo la comunione, sono tessitore di riconciliazione? Mi impegno per disinnescare i conflitti, per portare perdono dove c’è odio, pace dove c’è rancore? O io cado nel mondo del chiacchiericcio, che sempre uccide? Gesù cerca in noi dei testimoni davanti al mondo di queste sue parole: Pace a voi! Ho ricevuto la pace: la do all’altro.

3. Pace a voi!, ripete il Signore la terza volta quando riappare otto giorni dopo ai discepoli, per confermare la fede faticosa di Tommaso. Tommaso vuole vedere e toccare. E il Signore non si scandalizza della sua incredulità, ma gli viene incontro: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani» (v. 27). Non sono parole di sfida, ma di misericordia. Gesù comprende la difficoltà di Tommaso: non lo tratta con durezza e l’apostolo è scosso dentro da tanta benevolenza. Ed è così che da incredulo diventa credente, e fa la confessione di fede più semplice e bella: «Mio Signore e mio Dio!» (v. 28). È una bella invocazione, possiamo farla nostra e ripeterla durante la giornata, soprattutto quando sperimentiamo dubbi e oscurità, come Tommaso.
Perché in Tommaso c’è la storia di ogni credente, di ognuno di noi, di ogni credente: ci sono momenti difficili, in cui sembra che la vita smentisca la fede, in cui siamo in crisi e abbiamo bisogno di toccare e di vedere. Ma, come Tommaso, è proprio qui che riscopriamo il cuore del Signore, la sua misericordia. In queste situazioni Gesù non viene verso di noi in modo trionfante e con prove schiaccianti, non compie miracoli roboanti, ma offre caldi segni di misericordia. Ci consola con lo stesso stile del Vangelo odierno: offrendoci le sue piaghe. Non dimentichiamo questo: davanti ai peccati, al più brutto peccato, nostro o degli altri, c’è sempre la presenza del Signore che offre le sue piaghe. Non dimenticarlo. (…)
E ci fa scoprire anche le piaghe dei fratelli e delle sorelle. Sì, la misericordia di Dio, nelle nostre crisi e nelle nostre fatiche, ci mette spesso in contatto con le sofferenze del prossimo. Pensavamo di essere noi all’apice della sofferenza, al culmine di una situazione difficile, e scopriamo qui, rimanendo in silenzio, che c’è qualcuno che sta passando momenti, periodi peggiori. E, se ci prendiamo cura delle piaghe del prossimo e vi riversiamo misericordia, rinasce in noi una speranza nuova, che consola nella fatica. Chiediamoci allora se negli ultimi tempi abbiamo toccato le piaghe di qualche sofferente nel corpo o nello spirito; se abbiamo portato pace a un corpo ferito o a uno spirito affranto; se abbiamo dedicato un po’ di tempo ad ascoltare, accompagnare, consolare. Quando lo facciamo, incontriamo Gesù, che dagli occhi di chi è provato dalla vita ci guarda con misericordia e dice: Pace a voi!

  • MEDITATIO – La Parola risuoni nei nostri cuori

Leggiamo e rileggiamo il testo biblico perché la Parola risuoni nel nostro cuore.
Facciamo silenzio perché possiamo ascoltare il Signore.
Prendiamo una matita e sottolineiamo quello che ci colpisce in modo particolare nei testi che abbiamo letto, quello che vorremmo comprendere meglio o vivere con maggior impegno e profondità, quello che ci sorprende, quello ci infonde coraggio…. Entriamo nel testo biblico anche in questo semplice ma utile modo.

Proponiamo qui di seguito alcuni testi che possono essere utili per accompagnare la meditazione e riflettere durante la giornata.

Il Concilio Vaticano II
La pace terrena, che nasce dall’amore del prossimo, è essa stessa immagine ed effetto della pace di Cristo che promana dal Padre. Il Figlio incarnato infatti, principe della pace, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio; ristabilendo l’unità di tutti in un solo popolo e in un solo corpo, ha ucciso nella sua carne (166) l’odio e, nella gloria della sua risurrezione, ha diffuso lo Spirito di amore nel cuore degli uomini.
Pertanto tutti i cristiani sono chiamati con insistenza a praticare la verità nell’amore (Ef 4,15) e ad unirsi a tutti gli uomini sinceramente amanti della pace per implorarla dal cielo e per attuarla. (Gaudium et spes, 78)

Avendo ben considerato tutte queste cose, questo sacro Concilio, facendo proprie le condanne della guerra totale già pronunciate dai recenti sommi Pontefici dichiara:
Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione. (Gaudium et spes, 80)

Disarmare i cuori
Come si fa a diventare operatori di pace? Prima di tutto occorre disarmare il cuore. Sì, perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi, uno contro l’altro, con parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza; e fra lamentela e indifferenza ci difendiamo, ma questo non è pace, questo è guerra. Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore. Come va il tuo cuore? È smilitarizzato o è così con queste cose, con la lamentela e l’indifferenza, con l’aggressione? E come si smilitarizza il cuore? Aprendoci a Gesù, che è «la nostra pace» (Ef 2,14); stando davanti alla sua Croce, che è la cattedra della pace; ricevendo da Lui, nella Confessione, «il perdono e la pace». Da qui si comincia, perché essere operatori di pace, essere santi, non è capacità nostra, è dono suo, è grazia. (papa Francesco, Angelus, 01.11.2022)

Decalogo di Assisi (Parte II) (S. Giovanni Paolo II, † 2005)
4. NOI CI IMPEGNIAMO a difendere il diritto di ogni persona umana ad una esistenza degna, conforme alla sua identità culturale e a costituire liberamente una famiglia che le sia propria.
5. NOI CI IMPEGNIAMO a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando come un muro invalicabile ciò che ci separa ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può divenire occasione di una più grande comprensione reciproca.
6. NOI CI IMPEGNIAMO a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi passati e presenti e sostenerci nello sforzo comune per vincere l’egoismo e l’abuso, l’odio e la violenza, e per imparare dal passato che la pace senza giustizia non è una pace autentica.

Comincia da te stesso
Vedi delle persone in disaccordo tra loro? Sii tra loro operatore di pace. Parla bene del primo al secondo e viceversa. Ascolti del male riguardo ad uno di essi da parte dell’altro come ad uno adirato? Non lo manifestare: dissimula l’insulto ascoltato dall’adirato, dà un leale consiglio per la concordia. Ma se vuoi essere pacificatore tra due tuoi amici che sono in discordia, comincia da te stesso ad essere pacifico: devi mettere in pace te stesso interiormente, dove forse sei in lotta quotidiana con te stesso. (Agostino d’Ippona, † 430)

Cercare la pace a partire dalla Scrittura
Oh, Gesù, se potessi conoscere tutti i passi della sacra Scrittura tendenti a far comprendere questa pace dell’anima! Sapendo quanto essa importi, fa’, o mio Dio, che i cristiani si muovano tutti a cercarla, e conservala, nella tua misericordia, a chi l’hai già data, benché sappiamo di dover sempre vivere con timore fino a quando non ci darai la vera pace, conducendoci dove essa non può più terminare. (S. Teresa d’Avila, † 1582)

Per non perdere la pace
Quando perdi la pace?
Quando pensi, anche per un attimo,
di aver fatto qualcosa di buono;
quando ti credi migliore del fratello;
quando giudichi qualcuno;
quando rimproveri senza dolcezza e senza amore;
quando mangi molto;
quando preghi senza zelo.
(Silvano del monte Athos, † 1938)

  • ORATIO – A te, Signore, sale la mia preghiera

Canti di fraternità e di pace (S. Giovanni Paolo II, † 2005)
In quest’ora
di inaudita violenza
e di inutili stragi,
accogli, Padre,
l’implorazione che sale a te
da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti
di tutte le nazioni
lo Spirito dell’unità e della concordia,
dell’amore e della pace,
perché giunga presto
a tutti i confini
l’atteso annuncio:
è finita la guerra!
E, ridotto al silenzio il fragore delle armi,
risuonino in tutta la terra
canti di fraternità e di pace.

  • CONTEMPLATIO – Signore, apri i miei occhi

Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro, capace di vedere tutto e tutti con gli occhi buoni di Dio che è buono.

Nel silenzio (Carlo Maria Martini, † 2012)
Donaci, Gesù, di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO  Signore, cosa vuoi che io faccia?

La Parola ci chiede di essere vissuta nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole.        [Sl 119(118),57.60] Mi affretto e non voglio tardare a osservare i tuoi comandi.
Tu lo sai, mio Dio,
che per amarti sulla terra non ho altro che l’oggi (S. Teresa di Lisieux, † 1897)

  • Ci affidiamo a Maria, madre del Signore e madre nostra

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.


AL MATTINO

Dal Salmo 85(84)

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Misericordia e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Custodiscimi in questo giorno, Signore
Signore, resta con me in questo giorno e anima le mie azioni, le mie parole e i miei pensieri.
Custodisci i miei piedi perché non passeggino oziosi, ma mi portino incontro alle necessità degli altri.
Custodisci le mie mani perché non si allunghino per fare il male ma sempre per abbracciare e aiutare.
Custodisci la mia bocca perché non dica cose false e vane e non parli male del prossimo,
ma sempre sia pronta a incoraggiare tutti e benedire te, Signore della vita.
Custodisci il mio udito perché non perda tempo ad ascoltare parole vuote e falsità,
ma sia sempre pronto ad accogliere il tuo misterioso messaggio per compiere, anche oggi, la tua volontà. Amen.


PRIMA DEI PASTI

Signore, tu stai alla porta e bussi:
fa’ che ascoltiamo la tua voce e che ti apriamo la porta delle nostre case e dei nostri cuori.
Siedi a tavola con noi, infondi gioia, pace e benedizione.
Grazie dei tuoi doni: insegnaci a condividerli con prontezza e generosità. Amen.


ALLA SERA

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca e persegui la pace.

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Sub tuum praesidium
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.


DURANTE LA GIORNATA

Venga il tuo regno!  (San Paolo VI, † 1978)
Signore, Dio di pace, che hai creato gli uomini, oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria, noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie:
perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui, nel mistero della sua pasqua, l’artefice della salvezza,
la sorgente di ogni pace, il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni che il tuo Spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione,
l’indifferenza con la solidarietà.
Apri ancor più i nostri spiriti e i nostri cuori
alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia, di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono nel parto di un mondo più fraterno.
Che per gli uomini di ogni lingua venga il tuo regno di giustizia,
di pace e di amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria. Amen!

Affidamento a Maria  (Card. Giuseppe Betori)
“Vergine Madre, figlia del tuo figlio
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘I suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura”.

Ti preghiamo, o Vergine, proteggi la Chiesa fiorentina, così che essa risplenda per una testimonianza viva e operosa del Vangelo del tuo Figlio, nella ricchezza e nella varietà dei doni dello Spirito.
Ti preghiamo, o Madre, vieni in soccorso ai tuoi figli di Firenze, che a te accorrono per trovare nell’abbraccio grande della cupola della loro cattedrale, a te dedicata, quella unità di intenti di cui la città ha bisogno perché sia difesa ed esaltata la dignità di ogni persona umana e sia ricercato sempre e da tutti il bene comune.
Tu che sei “di speranza fontana vivace”, illumina e sostieni il cammino di chi ti invoca, perché con te giunga alla meta del cielo, di cui ti riconosciamo Regina.

“In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate”
Amen.