Lunedì 27 novembre – preparazione agli Esercizi spirituali nel quotidiano

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M. Chagall, Ebreo in preghiera

L’ascolto della parola di Dio e la preghiera quotidiana sono cardini della nostra vita spirituale personale e comunitaria.

In questa settimana di esercizi spirituali vogliamo, più di sempre, impegnarci a trovare spazi e occasioni di dialogo con il Signore e di condivisione della nostra esperienza di fede.

Per questo, oltre alla partecipazione alle iniziative di riflessione e preghiera proposte dalle parrocchie, siamo tutti invitati a vivere tempi prolungati di preghiera personale, secondo la possibilità di ciascuno.

A partire da domani, nei prossimi giorni sono proposti sei passi della lectio divina:

Statio:           ci mettiamo alla presenza del Signore e invochiamo il suo Spirito

Lectio:           ascoltiamo il Signore che ci parla attraverso la  Scrittura

Meditatio:      leggiamo e rileggiamo la Scrittura perché la Parola risuoni nel nostro cuore

Oratio:           preghiamo il Signore che ci ha parlato e rispondiamo alla sua Parola

Contemplatio:   cerchiamo di vedere tutto e tutti con gli “occhi di Dio”

Actio:            facciamo nostra la Parola, vivendola giorno per giorno.

Per aiutarci a entrare nel tema degli Esercizi, riflettiamo a partire dalla seguente omelia che papa Francesco ha tenuto a Casa Santa Marta (28.11.2016):

Per incontrare Gesù, dobbiamo metterci in cammino

“La fede cristiana non è una teoria o una filosofia, è l’incontro con Gesù”. Papa Francesco nella messa mattutina a Casa Santa Marta, all’inizio del Tempo di Avvento, ha affermato che per incontrare davvero Gesù “dobbiamo metterci in cammino con tre atteggiamenti: vigilanti nella preghiera, operosi nella carità ed esultanti nella lode”.

Incontrare Gesù: è questa “la grazia che noi vogliamo nell’Avvento”. “In questo periodo dell’anno, la liturgia ci propone numerosi incontri di Gesù: con sua madre nel grembo, con san Giovanni Battista, con i pastori, con i magi. Tutto questo ci dice che l’Avvento è un tempo per camminare e andare incontro al Signore, cioè un tempo per non stare fermi”.

Preghiera, carità e lode: così incontreremo il Signore

Ecco allora che dobbiamo chiederci come possiamo andare incontro a Gesù. “Quali sono gli atteggiamenti che io devo avere per incontrare il Signore? Come devo preparare il mio cuore per incontrare il Signore?”.

“Nella preghiera all’inizio della messa, la liturgia ci segnala tre atteggiamenti: vigilanti nella preghiera, operosi nella carità ed esultanti nella lode. Cioè, devo pregare, con vigilanza; devo essere operoso nella carità – la carità fraterna: non solo dare un’elemosina, no; anche tollerare la gente che mi dà fastidio, tollerare a casa i bambini quando fanno troppo rumore, o il marito o la moglie quando ci sono difficoltà, o la suocera … non so … ma tollerare: tollerare … Sempre la carità, ma operosa. E anche la gioia di lodare il Signore: ‘Esultanti nella gioia’. Così dobbiamo vivere questo cammino, questa volontà di incontrare il Signore. Per incontrarlo bene. Non stare fermi. E incontreremo il Signore”.

Lì “ci sarà una sorpresa, perché lui è il Signore delle sorprese”. Anche il Signore “non sta fermo”. Io “sono in cammino per incontrarlo e lui è in cammino per incontrarmi, e quando ci incontriamo vediamo che la grande sorpresa è che lui mi sta cercando, prima che io incominci a cercarlo”.

Il Signore sempre ci precede nell’incontro

Questa, ha affermato, è “la grande sorpresa dell’incontro con il Signore. Lui ci ha cercato prima. Lui sempre è primo. Lui fa il suo cammino per trovarci”.

“Sempre il Signore va oltre, va prima. Noi facciamo un passo e lui ne fa dieci. Sempre. L’abbondanza della sua grazia, del suo amore, della sua tenerezza che non si stanca di cercarci. Anche, alle volte, con cose piccole: noi pensiamo che incontrare il Signore sia una cosa magnifica, come quell’uomo della Siria, Naaman, che era lebbroso: anche lui ha avuto una sorpresa grande del modo di agire di Dio. Il nostro è il Dio delle sorprese, il Dio che ci sta cercando, ci sta aspettando, e soltanto chiede da noi il piccolo passo della buona volontà”.

Noi dobbiamo avere la “voglia di incontrarlo”. E poi, lui “ci aiuta”. Il Signore, ha ribadito, “ci accompagnerà durante la nostra vita”. Tante volte, “ci vedrà allontanarci da lui, e lui aspetta come il Padre del Figlio prodigo”.

La fede non è sapere tutto, ma incontrare Gesù

“Tante volte il Signore vedrà che vogliamo avvicinarci e lui esce al nostro incontro. È l’incontro con il Signore: questo è l’importante! L’incontro”. “A me sempre ha colpito quello che Papa Benedetto aveva detto, che la fede non è una teoria, una filosofia, un’idea: è un incontro. Un incontro con Gesù”. Altrimenti, se non hai “incontrato la sua misericordia” puoi anche “recitare il Credo a memoria, ma non avere fede”:

“I dottori della Legge sapevano tutto, tutto della dogmatica di quel tempo, tutto della morale di quel tempo, tutto. Non avevano fede, perché il loro cuore si era allontanato da Dio”. “Avere la volontà di andare incontro. Questa è la grazia che noi oggi chiediamo:

O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro al tuo Cristo con le buone opere.

Andare incontro a Gesù. E per questo ricordiamo la grazia che abbiamo chiesto nella preghiera all’inizio della messa: la vigilanza nella preghiera, la operosità nella carità ed esultanti nella lode. E così incontreremo il Signore e avremo una bellissima sorpresa”.

[http://it.radiovaticana.va/news/2016/11/28/papa_per_incontrare_ges%C3%B9,_dobbiamo_metterci_in_cammino/1275256]