Martedì 24/11/15 – Perché ha molto amato

Donna lava i piedi a Gesù

Martedì 24 novembre
PERCHÉ HA MOLTO AMATO
La gioia di amare e di sapersi amati

 

 

STATIO:
IN SILENZIO,
METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Invochiamo lo Spirito Santo
(Simeone il nuovo teologo, † 1022)

Ti ringrazio, Signore Spirito santo,
perché sei diventato per me
luce senza fine e sole senza tramonto,
non avendo dove nasconderti,
tu che riempi della tua gloria l’universo.
Mai, infatti, ti sei nascosto ad alcuno:
siamo noi a nasconderci sempre,
non volendo venire a te.
Ora dunque, o sovrano, prendi dimora in me,
àbitavi e restaci senza interruzione:
inseparabilmente sino alla fine in me servo tuo, o buono,
perché anch’io nel mio esodo e dopo il mio esodo
mi trovi in te, o buono, e regni con te,
che sei Dio al di sopra di tutto.
Amen

LECTIO:
PARLA, SIGNORE,
IL TUO SERVO TI ASCOLTA!

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
Voglio meditare i tuoi precetti,
considerare le tue vie.            Sl 119[118],14-15
Apri il mio cuore, Signore, alla tua parola di salvezza!

DAL VANGELO SECONDO LUCA (7,36-50)

36Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Gesù entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

BREVE COMMENTO AL TESTO
Introduzione
Iniziamo oggi la meditazione del primo dei quattro testi biblici che ci accompagneranno in questi giorni. Sono brani che troviamo nel vangelo secondo Luca che in modo speciale ci rivela il volto misericordioso di Dio, che trova la sua piena manifestazione in Gesù. In Gesù, infatti, Dio si svela definitivamente come il misericordioso e il pietoso (cf Es 34,6).

Uno scandalo a pranzo
Potremmo intitolare il racconto di oggi (Lc 7,36-50) “uno scandalo a pranzo”. Un fariseo invita Gesù a mangiare da lui. Proprio durante il pasto, una nota prostituta (una “peccatrice”, scrive Luca, ma si comprende bene che di prostituta si trattava) entra nella sala da pranzo e compie un gesto assolutamente sconvolgente e scandaloso: si mette a bagnare di lacrime i piedi di Gesù, ad asciugarli con i suoi capelli, a cospargerli poi di profumo. Un gesto che non serve alla donna per mettersi in mostra, o per creare volutamente scandalo, come noi forse saremmo tentati di pensare. Un gesto che nasce in realtà da un amore “eccessivo”, che non sa trattenersi e, allo stesso tempo, che proviene da un riconoscimento sincero della propria triste situazione personale.
Che cosa avremmo fatto noi in una situazione analoga, magari al posto di Gesù? Come minimo, pieni di imbarazzo, avremmo allontanato la donna, con più o meno gentilezza. L’attenzione si sposta tuttavia sulla figura dell’ospite, del fariseo, che pensa tra sé e sé (non ha il coraggio di dirlo apertamente!): se Gesù fosse davvero un profeta, un uomo di Dio, non permetterebbe una cosa simile, non tollererebbe una donna così. Attualizzando il testo, il fariseo somiglia a tanti credenti di oggi che di fronte ai gesti di misericordia di papa Francesco arricciano il naso e mettono in dubbio che un papa così possa davvero essere seguito. È questa la ben nota ipocrisia dei benpensanti, ma anche lo sconcerto di chi ha basato sempre la propria fede su regole e certezze e si sente spiazzato dal comportamento di Gesù. È anche il nostro sconcerto, quello di quando ci ergiamo a giudici dei nostri fratelli e pretendiamo di insegnare a Dio cosa è giusto o come dovrebbe comportarsi.

Un amore grande
Gesù, da parte sua, non si scompone; risponde ai dubbi non detti del fariseo con una facile parabola, rivolta proprio al fariseo che lo ha invitato – e, attraverso di lui – a ciascuno di noi che l’ascolta. Chi è capace di un amore più grande? Colui al quale vengono perdonati i più grandi peccati. È il senso della parabola. E, improvvisamente, Gesù mette il dito sulla piaga: invitandolo a cena, Simone (scopriamo che così si chiama il fariseo…) non ha avuto verso Gesù quei gesti di accoglienza, di amore, persino di tenerezza, che la donna invece gli ha riservato. Simone voleva forse apparire di fronte agli altri commensali come una persona aperta, che non ha nulla in contrario ad avere alla sua tavola un profeta scomodo come Gesù, che non si chiude di fronte alle nuove idee. Ma non ha accolto Gesù fino in fondo. Anzi, mentre aveva Gesù a tavola da lui, nel suo cuore disprezzava quella donna che lo ha disturbato con il suo comportamento scandaloso. Un buon politico, questo Simone, o forse anche un buon ecclesiastico: mai compromettersi, mai esagerare, mai opporsi troppo a qualcuno, mai dichiarare troppo apertamente le proprie idee… Ma la donna, con il suo gesto, ha spezzato questo falso equilibrio.

La misericordia va oltre la legge
Resta aperta una questione morale: Gesù approva forse il comportamento precedente della donna, il suo essere una prostituta? Rivolgendosi alla donna, Gesù le dice che i suoi peccati (anzi, i suoi molti peccati) le sono perdonati, perché è stata capace di un grande amore. E questo scandalizza ancor di più i presenti. I quali intuiscono che nell’atteggiamento di Gesù c’è una misericordia che va ben oltre la legge. La donna è stata certamente una grande peccatrice; ma è stata capace di amare; e, cosa non meno importante, di credere che Gesù è capace di salvarla (“la tua fede ti ha salvata”, le dice appunto Gesù, nel congedarla). Il perdono supera così la costante tentazione del giudizio e della condanna.

Solo l’amore salva
Un’ultima osservazione: è significativo il fatto che il perdono offerto da Gesù abbia comunque bisogno del nostro amore – di quello della donna, in questo caso – come punto di partenza. I nostri poveri e piccoli atti di amore si aprono così a un amore infinito, che è capace di vincere anche le più dure situazioni di peccato. La lezione data da Gesù al fariseo Simone diviene una via offerta alla chiesa intera: solo la misericordia è capace di far nascere amore anche nei cuori più duri e solo il perdono apre a una vera speranza.

DURANTE LA GIORNATA rileggiamo il testo e lasciamolo risuonare nel nostro cuore. Cerchiamo di coglierne la profondità e chiediamo al Signore di modellare sempre più la nostra vita a immagine della sua.

MEDITATIO:
LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI

LEGGIAMO e rileggiamo la Scrittura
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.
Facciamo silenzio perché possiamo ascoltare
quanto il Signore vorrà dire a ciascuno di noi.

ASCOLTIAMO LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
1. Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.

2. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.
3. Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. (…)
Con questi sentimenti di gratitudine per quanto la Chiesa ha ricevuto e di responsabilità per il compito che ci attende, attraverseremo la Porta Santa con piena fiducia di essere accompagnati dalla forza del Signore Risorto che continua a sostenere il nostro pellegrinaggio. Lo Spirito Santo che conduce i passi dei credenti per cooperare all’opera di salvezza operata da Cristo, sia guida e sostegno del Popolo di Dio per aiutarlo a contemplare il volto della misericordia.
Misericordiae Vultus, 1-3

Preghiamo con l’Inno del Giubileo:
Misericordes sicut Pater!
[Misericordiosi come il Padre, motto del Giubileo]

Rendiamo grazie al Padre, perché è buono
in aeternum misericordia eius
ha creato il mondo con sapienza
in aeternum misericordia eius
conduce il suo popolo nella storia
in aeternum misericordia eius
perdona e accoglie i suoi figli
in aeternum misericordia eius

ORATIO:
A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!

PREGHIAMO con la preghiera del Giubileo della misericordia
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore
liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri
fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione
per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro
si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia
sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo
possa portare ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria, Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen

CONTEMPLATIO:
DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE,
PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!

Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro,
capace di vedere tutto e tutti con gli occhi di Dio.

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
hai liberato la mia vita!                             Sl 86(85),12-13

ACTIO:
SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Abbiamo ascoltato, meditato, pregato.
La Parola ci chiede ora di essere vissuta
nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

La mia parte è il Signore:                              Sl 119(118),57.60
ho deciso di osservare le tue parole.
Mi affretto e non voglio tardare
a osservare i tuoi comandi.