Esercizi spirituali nel quotidiano 2018 – III

Giovedì 29 novembre

BEATI
i misericordiosi…
i puri di cuore…

STATIO: IN SILENZIO, METTIAMOCI ALLA PRESENZA DEL SIGNORE

Invochiamo lo Spirito Santo (Carlo Maria Martini, 2012)
Spirito di Dio, donami un cuore docile all’ascolto.
Togli dal mio petto il cuore di pietra
e dammi un cuore di carne
perché accolga la parola del Signore
e la metta in pratica (Ez 11,19-20).

Voglio ascoltare che cosa dice il Signore (Sal 83,9).
Fa’ che il tuo volto di Padre
risplenda su di me e io sarò salvo (Sal 80,4).
Mostrami la tua via, perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome (Sal 86,11).

Fa’ che io impari il silenzio vigile di Nazaret
per conservare, come Maria, la Parola dentro di me.
Per lasciarmi trovare da Dio che incessantemente mi cerca.

Fa’ che io mi lasci penetrare dalla Parola
“per comprendere con tutti i santi
quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità,
e conoscere l’amore di Cristo” (Ef 3,18-19).

Fa’ che io sperimenti nella mia vita
la presenza amorevole del mio Dio
che “mi ha disegnato sulle palme delle sue mani” (Is 49,16).

Fa’ che io non ponga ostacoli alla Parola
che uscirà dalla bocca di Dio.
Che tale Parola non torni a lui
senza aver operato in me ciò che egli desidera
e senza aver compiuto ciò per cui l’hai mandata (Is 55,11). Amen.

LECTIO: PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA!

Facciamo silenzio,
prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola;
facciamo silenzio,
dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.
Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola,
e facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio.
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.
(D. Bonhoeffer, † 1945)

Dal Vangelo secondo Matteo (5,7-9)
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.

BREVE COMMENTO AL TESTO

Beati i misericordiosi
“Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà” (Es 34,6). Con queste parole il Signore si presenta a Mosè sul monte Sinai. E tante altre volte nella Scrittura Dio si presenta come il misericordioso, come colui che è coinvolto fin nelle viscere con il suo popolo, che si china sul suo popolo con un amore profondo, totale, istintivo, materno (Is 49,15).

Questo amore che perdona e rialza, accoglie e ristabilisce l’altro nella sua dignità, è l’amore con il quale Gesù stesso ci ha amati e continua ad amarci, sempre, senza fine.

Se lo accogliamo nelle nostre vite ci renderà beati, seminatori di gioia e di consolazione; informerà tutta la nostra vita ed essa, come un vaso colmo, traboccherà di questo amore che perdona, consola e rigenera.

La misericordia è ciò che Dio vuole, che ci chiede di imparare (Mt 9,13) e di comprendere (Mt 12,7), senza nasconderci dietro un’osservanza ipocrita della legge (Mt 23,23-24). Chi non è capace di misericordia non può pensare di fare la volontà di Dio semplicemente perché osserva alcuni precetti.

Gesù incarna la misericordia perdonando, andando incontro a chi è escluso, tagliato fuori dalla vita a causa della povertà, della malattia o della solitudine. Il misericordioso non chiude gli occhi, ma li spalanca per vedere il dolore del fratello, per comprenderlo, farsi a lui vicino, condividerlo. Il misericordioso si fa prossimo: le opere di misericordia sono il suo pane quotidiano.

Chi semina misericordia è già beato come afferma Gesù. Ma ancora di più lo sarà quando vedrà attuata la promessa. Allora riceverà la pienezza della misericordia, riceverà Dio stesso, il Misericordioso. È questo un titolo con il quale i nostri fratelli musulmani volentieri invocano Dio e che apre tutte le sure del Corano eccetto la nona: Dio è il clemente e il misericordioso. Invochiamolo dunque insieme e chiediamo che faccia di noi tutti persone di misericordia, a sua immagine.

Beati i puri di cuore
Due precisazioni sono importanti per comprendere le parole di Gesù.

Il cuore nel linguaggio biblico non è il luogo dei sentimenti, degli affetti spontanei e tantomeno del sentimentalismo. Il cuore è il nucleo profondo della persona, sede delle sue scelte, della volontà, del discernimento; corrisponde a quanto noi oggi chiamiamo coscienza. Nella sua preghiera, Salomone, re di Israele, chiede a Dio di concedergli “un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” (1Re 3,9).

Così quando pensiamo all’aggettivo puro non dobbiamo necessariamente pensare alla sfera sessuale. Il cuore puro è aperto a Dio, anela a Dio: Dio vi abita perché lo trova spalancato e non occupato da tanti piccoli o grandi idoli che spesso mettiamo al primo posto nella nostra vita. Il cuore puro è libero dai tanti egoismi che occupano la nostra vita, è libero dal peccato, dal vizio; è libero per accogliere Dio e i fratelli. C’è posto solo per Dio e per i fratelli nei cuori puri.

Coloro che hanno il cuore così disponibile a Dio e ai fratelli, vedono davanti a loro spalancata la via che conduce alla vita, alla visione di Dio, alla comunione con lui. Vedono Dio stesso: questa è la loro gioia che sarà piena come Gesù promette.

San Paolo è esplicito nell’affermare questa realtà che ci attende e anche Giovanni nella sua prima lettera la conferma: “Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia” (1Cor 13,12); “Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2).

MEDITATIO:  LA PAROLA RISUONI NEI NOSTRI CUORI

Leggiamo e rileggiamo il testo biblico
perché la Parola risuoni nel nostro cuore.

Per accompagnare la nostra meditazione ascoltiamo papa Francesco (Gaudete et exsultate, 80-86)

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia

La misericordia ha due aspetti: è dare, aiutare, servire gli altri e anche perdonare, comprendere. Matteo riassume questo in una regola d’oro: «Tutto quanto vorrete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (7,12). Il Catechismo ci ricorda che questa legge si deve applicare «in ogni caso», in modo speciale quando qualcuno «talvolta si trova ad affrontare situazioni difficili che rendono incerto il giudizio morale».

Dare e perdonare è tentare di riprodurre nella nostra vita un piccolo riflesso della perfezione di Dio, che dona e perdona in modo sovrabbondante. Per questo motivo nel vangelo di Luca non troviamo «siate perfetti» (Mt 5,48), ma «siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati; date e vi sarà dato» (6,36-38). E dopo Luca aggiunge qualcosa che non dovremmo trascurare: «Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (6,38). La misura che usiamo per comprendere e perdonare verrà applicata a noi per perdonarci. La misura che applichiamo per dare, sarà applicata a noi nel cielo per ricompensarci. Non ci conviene dimenticarlo.

Gesù non dice “Beati quelli che programmano vendetta”, ma chiama beati coloro che perdonano e lo fanno «settanta volte sette» (Mt 18,22). Occorre pensare che tutti noi siamo un esercito di perdonati. Tutti noi siamo stati guardati con compassione divina. Se ci accostiamo sinceramente al Signore e affiniamo l’udito, probabilmente sentiremo qualche volta questo rimprovero: «Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» (Mt 18,33).

Guardare e agire con misericordia, questo è santità.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Questa beatitudine si riferisce a chi ha un cuore semplice, puro, senza sporcizia, perché un cuore che sa amare non lascia entrare nella propria vita alcuna cosa che minacci quell’amore, che lo indebolisca o che lo ponga in pericolo. Nella Bibbia, il cuore sono le nostre vere intenzioni, ciò che realmente cerchiamo e desideriamo, al di là di quanto manifestiamo: «L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore» (1 Sam 16,7). Egli cerca di parlarci nel cuore (cfr Os 2,16) e lì desidera scrivere la sua Legge (cfr Ger 31,33). In definitiva, vuole darci un cuore nuovo (cfr Ez 36,26).

«Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore» (Pr 4,23). Nulla di macchiato dalla falsità ha valore reale per il Signore. Egli «fugge ogni inganno, si tiene lontano dai discorsi insensati» (Sap 1,5). Il Padre, che «vede nel segreto» (Mt 6,6), riconosce ciò che non è pulito, vale a dire ciò che non è sincero, ma solo scorza e apparenza, come pure il Figlio sa «quello che c’è nell’uomo» (Gv 2,25).

È vero che non c’è amore senza opere d’amore, ma questa beatitudine ci ricorda che il Signore si aspetta una dedizione al fratello che sgorghi dal cuore, poiché «se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe» (1 Cor 13,3). Nel vangelo di Matteo vediamo pure che quanto viene dal cuore è ciò che rende impuro l’uomo (cfr 15,18), perché da lì procedono gli omicidi, i furti, le false testimonianze, e così via (cfr 15,19). Nelle intenzioni del cuore hanno origine i desideri e le decisioni più profondi che realmente ci muovono.

Quando il cuore ama Dio e il prossimo (cfr Mt 22,36-40), quando questo è la sua vera intenzione e non parole vuote, allora quel cuore è puro e può vedere Dio. San Paolo, nel suo inno alla carità, ricorda che «adesso noi vediamo come in uno specchio, in modo confuso» (1 Cor 13,12), ma nella misura in cui regna veramente l’amore, diventeremo capaci di vedere «faccia a faccia» (). Gesù promette che quelli che hanno un cuore puro «vedranno Dio».

Mantenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca l’amore, questo è santità.

Papa Francesco, Gaudete et exsultate, 80-86

PER RIFLETTERE DURANTE LA GIORNATA

  1. Gesù ci mostra il volto misericordioso del Padre. Le sue parole sono parole di benedizione e di riconciliazione. Sappiamo essere segno dell’amore misericordioso del Padre? Cerchiamo di essere persone riconciliate che scelgono gesti, parole, silenzi di riconciliazione?
  2. “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato” (Lc 6,36-38). L’evangelista Luca ci pone di fronte un comando molto esigente. La misura della misericordia che dobbiamo vivere è la stessa di Dio. Dobbiamo puntare in alto, facendo leva non sulle nostre forze, ma sulla grazia di Dio che non ci chiede ciò che è superiore alle nostre possibilità. Esercitiamoci ogni giorno a non giudicare, a non condannare, a perdonare. Chiediamo al Signore un cuore puro e grande come il suo.
  3. Ci ricordiamo quali sono le opere di misericordia?

Le opere di misericordia corporali:
1.Dar da mangiare agli affamati.
2.Dar da bere agli assetati.
3.Vestire gli ignudi.
4.Alloggiare i pellegrini.
5.Visitare gli infermi.
6.Visitare i carcerati.
7.Seppellire i morti.

Le opere di misericordia spirituale:
1.Consigliare i dubbiosi.
2.Insegnare agli ignoranti.
3.Ammonire i peccatori.
4.Consolare gli afflitti.
5.Perdonare le offese.
6.Sopportare pazientemente le persone moleste.
7.Pregare Dio per i vivi e per i morti.

Non sono cose vecchie, stantie… sono la concretizzazione nella semplicità di tutti i giorni di quello che significa essere misericordiosi. Riflettiamo e cerchiamo di non dimenticarle.

  1. Prendiamo la Bibbia e cerchiamo i passi della Scrittura che sono citati nel commento al testo o nei paragrafi dell’Esortazione Gaudete et exsultate riportati. Il confronto con la Scrittura ci aiuterà a comprendere meglio il senso delle Beatitudini. La Scrittura illumina la Scrittura.
  2. Prendiamo una matita e sottolineiamo quello che ci colpisce in modo particolare nel testo o nel commento o nei paragrafi riportati di Gaudete et exsultate, quello che vorremmo comprendere meglio o vivere con maggior impegno ed entusiasmo, quello che ci sorprende, quello ci infonde coraggio…. Facciamo nostro il testo anche in questo semplice ma utile modo.

ORATIO: A TE, SIGNORE, SALE LA MIA PREGHIERA!

Venga il tuo Regno!      (Paolo VI, † 1978)
Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini, oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie:
perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui, nel mistero della sua pasqua,
l’artefice della salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni che il tuo Spirito di pace
ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l’odio con l’amore,
la diffidenza con la comprensione,
l’indifferenza con la solidarietà.
Apri ancor più i nostri spiriti e i nostri cuori
alle esigenze concrete dell’amore di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più costruttori di pace.
Ricordati, Padre di misericordia, di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono nel parto di un mondo più fraterno.
Che per gli uomini di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia, di pace e di amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria. Amen!

CONTEMPLATIO: DAMMI OCCHI NUOVI, SIGNORE,
PER CONTEMPLARE LE TUE MERAVIGLIE!

Chiediamo con umiltà al Signore un cuore puro,
capace di vedere tutto e tutti
con gli occhi buoni di Dio che è buono.

Nel silenzio                  (Carlo Maria Martini, † 2012)

Donaci, Gesù, di vivere questo momento di silenzio
in stretta comunione con te,
riprendendo a una a una le tue parole,
ripercorrendole, interrogandoti,
invocando la luce
per intercessione di Maria, vergine della fede.
Donaci, Signore, di vivere questo momento di silenzio
raccogliendo dalle tue parole la gioia di vivere la fede.

ACTIO: SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?

Abbiamo ascoltato, meditato, pregato.
La Parola ci chiede di essere vissuta
nella concretezza di tutti i giorni, a cominciare da OGGI.

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
hai liberato la mia vita!                        Sl 86(85),12-13