IN CAMMINO VERSO LA MISERICORDIA | Sussidio di preghiera per il pellegrinaggio giubilare

Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi
(Misericordiae vultus 14)

In occasione del Giubileo Papa Francesco ci invita a metterci in cammino verso la Porta della Misericordia, “dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” (Misericordiae vultus, 3).

Oltre alla Porta Santa della basilica di San Pietro e delle altre basiliche papali, Papa Francesco ha stabilito che una Porta della Misericordia sia aperta in ogni diocesi presso la Cattedrale e presso altre chiese stabilite dal Vescovo; per la diocesi di Firenze sono la Basilica della Santissima Annunziata e la Basilica di Santa Maria all’Impruneta.

Per accompagnare il cammino verso la Porta della Misericordia della Cattedrale, è qui proposto uno schema per un pellegrinaggio personale, in famiglia o in piccoli gruppi.

Il percorso si articola in otto tappe che preparano all’ingresso in Cattedrale attraverso la Porta della Misericordia: basilica di San Miniato al Monte, chiesa di Santa Felicita, basilica di Santo Spirito, chiesa di Santa Trinita, chiesa di San Firenze, basilica di Santa Croce, chiesa di San Carlo e cappella dell’Arciconfraternita della Misericordia.

Ciascuno può scegliere se percorrere tutte le tappe o, se lo ritiene opportuno, sceglierne solo alcune, secondo le proprie possibilità. Secondo le indicazioni del nostro Vescovo il pellegrinaggio giubilare in Cattedrale prevede sempre la sosta nella cappella della Misericordia (ottava tappa del percorso qui proposto).
Ciascuno può usare liberamente il sussidio e arricchirlo opportunamente.
Durante il pellegrinaggio è possibile celebrare il Sacramento della Penitenza.

cartina

Inizio del pellegrinaggio giubilare

BASILICA DI SAN MINIATO AL MONTE

La più antica testimonianza storica di una chiesa dedicata a San Miniato risale al 783: un luogo di culto è infatti già indicato col titolo di ‘basilica’ in un documento di Carlo Magno. L’edificio divenne però pericolante al punto che il vescovo fiorentino Ildebrando iniziò a ricostruire ex novo, il 27 aprile del 1018, una grandiosa basilica in stile romanico perché custodisse degnamente le reliquie di San Miniato, reperite dallo stesso vescovo in quello che si può ritenere uno dei più antichi cimiteri cristiani di Firenze.
In questo luogo e in questa vicenda, come sovente accade, verità e leggenda si mescolano: la tradizione agiografica tramanda la storia di un eroico soldato armeno, Miniato, che testimoniò la sua fede in Cristo sino al martirio, avvenuto nel 250. Dopo numerosi ma inefficaci tentativi di ucciderlo, alla fine i soldati romani dell’imperatore Decio riuscirono a decapitare Miniato sul greto del fiume Arno: egli però, raccolta la propria testa, salì sul colle testimoniando così la sua volontà di esservi sepolto e onorato.
Cominciamo questo nostro cammino giubilare nella consapevolezza che siamo tutti dentro una grandiosa storia di salvezza che ci precede e ci accompagna: San Miniato lo ha testimoniato con la vita. Ringraziamo Dio perché la sua salvezza non ha confini: per essa siamo guariti, riconciliati, rigenerati. In essa è tutta la nostra gioia.

Preghiera per l’inizio del pellegrinaggio
(qui o nella prima tappa scelta)

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Affidiamo a Dio il nostro pellegrinaggio:
ci raccogliamo in preghiera chiedendo che sia il segno di un cammino interiore,
di un cambiamento di vita, di un incontro con il Signore della misericordia.

Preghiamo con il Salmo 86
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.

Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome.

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

1. Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, “ricco di misericordia” (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come ” Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà ” (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella “pienezza del tempo” (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona[1] rivela la misericordia di Dio.
2. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.

Preghiamo
O Dio, sorgente di misericordia e di perdono,
che nel Signore Gesù ci offri la via per giungere a te,
donaci al grazia del tuo Santo Spirito:
il nostro cammino sia segno della conversione del cuore
per poter crescere sempre
nell’amore verso di te e verso i nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

(Se il pellegrinaggio inizia in un’altra chiesa, si scelga l’intercessione corrispondente)

San Miniato interceda per noi perché possiamo fare della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio ed essere “misericordiosi come il Padre” (cf Lc 6,36). Invochiamolo: San Miniato prega per noi. Amen.
Iniziamo il cammino verso la porta della Misericordia. Cerchiamo di conservare il silenzio nel nostro cuore. “Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza” (MV, 14). Il cammino che percorreremo sia segno del cammino della nostra vita: insieme ai fratelli, camminiamo con gioia verso la pienezza dell’amore misericordioso di Dio, compimento di tutte le nostre attese.

PELLEGRINAGGIO VERSO LA PORTA DELLA MISERICORDIA

Durante il cammino verso la porta della Misericordia, cerchiamo di custodire il silenzio nella preghiera. È possibile ripetere e meditare un versetto di un salmo, di un altro brano biblico, recitare il Rosario, le litanie dei Santi fiorentini o mariane. Qui sono proposti alcuni versetti salmici:

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia    (Sal 25,6)
e del tuo amore, che è da sempre.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;    (Sal 51,3-4)
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Mostraci, Signore, la tua misericordia    (Sal 85, 8-9)
e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Canterò in eterno l’amore del Signore,                (Sal 89,2)
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà.

Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,    (Sal 119,77)
perché la tua legge è la mia delizia.

Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.     (Sal 145,9)

I TAPPA: CHIESA DI SANTA FELICITA

Entriamo nella chiesa dedicata a santa Felicita, martire dei primi secoli, di cui non si hanno notizie certe. Siamo in una delle prime chiese di Firenze, probabilmente la più antica dopo san Lorenzo (fine IV – primi V secolo). In questa area della città si era stabilita fin dagli inizi del III secolo la prima comunità cristiana di Firenze, una comunità costituita soprattutto da mercanti orientali di lingua greca, con prevalenza di siriani, che vennero a stabilirsi in Florentia per ragioni di commercio portandovi anche l’annuncio del Vangelo. Entrando in questa Chiesa così ricca di storia e di fede, rendiamo grazie al Signore per tutte le persone che nella nostra vita e nella vita della nostra diocesi ci hanno testimoniato la loro fede in Gesù, il Salvatore, da quelle lontane nei secoli provenienti dalla Siria, a quelle vicine a noi oggi. Preghiamo per la Siria e per tutti i paesi sconvolti dalla guerra e dalle divisioni interne.

Preghiamo con il Salmo 103
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,

sazia di beni la tua vecchiaia,
si rinnova come aquila la tua giovinezza.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

6. “È proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza”. Le parole di san Tommaso d’Aquino mostrano quanto la misericordia divina non sia affatto un segno di debolezza, ma piuttosto la qualità dell’onnipotenza di Dio. È per questo che la liturgia, in una delle collette più antiche, fa pregare dicendo: “O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono”. Dio sarà per sempre nella storia dell’umanità come Colui che è presente, vicino, provvidente, santo e misericordioso.
“Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove la sua bontà prevale sulla punizione e la distruzione. I Salmi, in modo particolare, fanno emergere questa grandezza dell’agire divino: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia” (103,3-4). In modo ancora più esplicito, un altro Salmo attesta i segni concreti della misericordia: “Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi” (146,7-9). E da ultimo, ecco altre espressioni del Salmista: “[Il Signore] risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. … Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi” (147,3.6). Insomma, la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore “viscerale”. Proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono.

Preghiamo
O Dio, che riveli la tua onnipotenza
soprattutto con la misericordia e il perdono,
continua a effondere su di noi la tua grazia,
perché, camminando verso i beni da te promessi,
diventiamo partecipi della felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio
che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Santa Felicita interceda per noi perché possiamo fare della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio ed essere “misericordiosi come il Padre” (cf Lc 6,36). Invochiamola: Santa Felicita prega per noi. Amen.

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia

II TAPPA: BASILICA DI SANTO SPIRITO

Entriamo nella splendida basilica di Santo Spirito, l’ultimo capolavoro di Filippo Brunelleschi che la iniziò nel 1444. “Lo Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano: è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi. Lo Spirito Santo sta sempre con noi, sempre è in noi, nel nostro cuore. Lo Spirito stesso è ‘il dono di Dio’ per eccellenza (cfr Gv 4,10), è un regalo di Dio” (papa Francesco, Udienza generale del 9 aprile 2014).
Chiediamo al Signore in questo pellegrinaggio di aprire il nostro cuore allo Spirito e ai suoi doni.

Preghiamo con il Salmo 145

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.

Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,

per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.

Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

10. L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa “vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia”. Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. Dall’altra parte, è triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Perfino la parola stessa in alcuni momenti sembra svanire. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza.

Preghiamo
Venga su di noi, o Padre, la potenza dello Spirito Santo,
perché aderiamo alla tua volontà, per testimoniarla con amore di figli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio
che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Invochiamo lo Spirito del Signore perché faccia della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio e ci renda “misericordiosi come il Padre” (cf Lc 6,36). Preghiamo con le parole di santa Caterina da Siena:

Spirito Santo, vieni nel mio cuore;
per la tua potenza attiralo a te, Dio vero.
Concedimi carità e con essa il timore.

Custodiscimi da ogni pensiero malvagio,
riscaldami e infiammami con il tuo dolcissimo amore,
così che ogni peso mi parrà leggero.

Padre santo, dolce mio Signore,
aiutami in ogni mio ministero. Amen.

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia

III TAPPA: CHIESA DI SANTA TRINITA

 

Entriamo nella basilica di Santa Trinita, costruita nella seconda metà dell’XI secolo dai monaci vallombrosani che ne sono sempre rimasti i fedeli custodi. La chiesa è singolarmente dedicata alla SS. Trinità, probabilmente a motivo del fatto che in quel tempo si stava diffondendo la relativa festa liturgica. Ogni volta che noi facciamo il segno della croce, di fatto affermiamo la nostra fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Entrando in questa chiesa, ringraziamo Dio che ci ha rivelato qualcosa del suo mistero e che, soprattutto, ci invita a entrare in questo mistero di comunione di amore che Egli è.
Con i fratelli ortodossi preghiamo: Benedetto il nostro Dio, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen. Gloria alla Santa, Consustanziale, Vivificante ed Indivisa Trinità, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo con il Salmo 111

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.

Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.

Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

12. La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno. Nel nostro tempo, in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre.
La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia.

Preghiamo

Con la tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa,
e poiché non può sostenersi senza di te non privarla mai della tua guida.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio
che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Dio è amore e comunione di amore: in questo vortice di amore siamo invitati a entrare perché possiamo fare della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio ed essere “misericordiosi come il Padre” (cf Lc 6,36). Acclamiamo:
Trinità beata, gloria a te! Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia

IV TAPPA: CHIESA DI SAN FIRENZE

Entriamo in questa particolare chiesa inserita nel grande edificio chiamato san Firenze, uno degli esemplari del barocco fiorentino. Fu fatto costruire dai Padri Filippini nel XVII secolo con due chiese ai lati, una dedicata a sant’Apollinare (oggi sconsacrata) e una (a sinistra) dedicata a san Filippo Neri, che sorge sul luogo di un antico oratorio intitolato a san Fiorenzo (da qui la denominazione popolare “san Firenze”). San Filippo Neri era figlio di un notaio fiorentino di buona famiglia. Ricevette una buona istruzione e poi fece pratica presso suo padre; all’età di diciott’anni abbandonò però gli affari e andò a Roma. Là visse in semplicità, cantando l’amore di Dio e la gioia della fede, occupandosi in particolare dei giovani e fondando la congregazione che ancora oggi porta il suo nome. L’insegnamento di San Filippo ci ricorda che “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (Evangelii Gaudium, 1).

Preghiamo con il Salmo 116

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.

Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.

Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

13. Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che dice: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr Lc 6,27). Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita.
Preghiamo

O Dio, Padre di eterna misericordia,
fa’ che si convertano a te i nostri cuori,
perché nella ricerca dell’unico bene necessario e nelle opere di carità fraterna
siamo sempre consacrati alla tua lode.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio
che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Filippo interceda per noi perché possiamo fare della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio che è fonte inesauribile di gioia e di pace. Invochiamolo:
San Filippo prega per noi e per tutti i giovani. Amen.

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia

V TAPPA: BASILICA DI SANTA CROCE

Entriamo adesso nella basilica di santa Croce. Ci viene incontro lo splendido Crocifisso del Maestro di Figline, restaurato e ricollocato al centro del presbiterio. Volgiamo a Lui il nostro sguardo, come ci invita papa Francesco:
“Quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato, contempliamo il segno dell’amore, dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Questo è importante: per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza” (papa Francesco, Angelus, 14/09/2014)

Preghiamo con il Salmo 130

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.

L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.

Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

14. Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi.
Misericordiosi come il Padre, dunque, è il “motto” dell’Anno Santo. Nella misericordia abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio. Viene in nostro aiuto quando lo invochiamo. È bello che la preghiera quotidiana della Chiesa inizi con queste parole: “O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto” (Sal 70,2). L’aiuto che invochiamo è già il primo passo della misericordia di Dio verso di noi. Egli viene a salvarci dalla condizione di debolezza in cui viviamo. E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. Giorno per giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo anche noi diventare compassionevoli verso tutti.

Lodiamo il Signore con le LODI A DIO ALTISSIMO di S. Francesco d’Assisi:

Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.
Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l’Altissimo.
Tu sei il Re onnipotente. Tu sei il Padre santo, Re del cielo e della terra.
Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dèi.
Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero.
Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà.
Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace.
Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza.
Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostra ricchezza.
Tu sei bellezza. Tu sei mitezza.
Tu sei il protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro. Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza.
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

In Gesù morto e risorto possiamo conoscere l’amore concreto di Dio per noi. Noi possiamo dire che, per grazia, conosciamo il vero volto dell’amore. Ringraziamo il Signore Gesù per avercelo rivelato e preghiamo con le parole di San Francesco:
Rapisca, ti prego, o Signore,
l’ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell’amor tuo,
come tu ti sei degnato morire
per amore dell’amor mio.

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia

VI TAPPA: CHIESA DI SAN CARLO

Entriamo nella chiesa dedicata a san Carlo Borromeo. In essa la bussola di accesso è trasparente. Siamo in chiesa, ma è come essere per la strada, per la famosa e frequentatissima via de’ Calzaiuoli. Possiamo affermare che il mondo passa di qui. Chiediamo al Signore che in questo anno giubilare possiamo sempre più essere annunciatori del suo amore per tutti. Non temiamo: ogni uomo, ogni donna desidera nel profondo ricevere questo annuncio. “Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te”.
Se possibile rimaniamo in adorazione silenziosa prima di intraprendere l’ultima tappa del nostro cammino.

Preghiamo con il Salmo 146

Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.

Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,

che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,

il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri,
egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Sostiamo brevemente in silenzio facendo risuonare le parole del Salmo. Possiamo prolungare la meditazione leggendo un passo della bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus:

15. In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo.
È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45). Ugualmente, ci sarà chiesto se avremo aiutato ad uscire dal dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine; se saremo stati capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà; se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; se avremo perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di rancore e di odio che porta alla violenza; se avremo avuto pazienza sull’esempio di Dio che è tanto paziente con noi; se, infine, avremo affidato al Signore nella preghiera i nostri fratelli e sorelle. In ognuno di questi “più piccoli” è presente Cristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura. Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: “Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore “.

Preghiamo
O Dio, che hai redento l’uomo e lo hai innalzato oltre l’antico splendore,
guarda all’opera della tua misericordia,
e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel Battesimo,
custodisci sempre i doni della tua grazia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio
che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Carlo interceda per noi perché possiamo fare della nostra vita una testimonianza vivente dell’amore misericordioso di Dio ed essere “misericordiosi come il Padre” (cf Lc 6,36). Invochiamolo: San Carlo prega per noi. Amen.

Proseguiamo il cammino verso la Porta della Misericordia (vedi pagina 52)

VII TAPPA: ORATORIO DELLA MISERICORDIA

Entriamo nella cappella della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, una confraternita che si occupa del trasporto e della cura dei malati. Fondata a Firenze nel XIII secolo da San Pietro martire è la più antica Confraternita per l’assistenza ai malati e, in generale, la più antica istituzione privata di volontariato esistente al mondo ancora attiva dalla sua fondazione nel 1244.
Entrati in chiesa, sostiamo in silenzio e chiediamo al Signore di aprire il nostro cuore per accogliere il suo amore senza fine, un amore che chiede di essere vissuto e condiviso, in particolare con coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.

Leggiamo e meditiamo queste parole di papa Francesco:
25. “Un Anno Santo straordinario per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. (…) Dal cuore della Trinità, dall’intimo più profondo del mistero di Dio, sgorga e scorre senza sosta il grande fiume della misericordia. Questa fonte non potrà mai esaurirsi, per quanti siano quelli che vi si accostano. Ogni volta che ognuno ne avrà bisogno, potrà accedere ad essa, perché la misericordia di Dio è senza fine”.

Preghiamo con la preghiera dell’anno giubilare della misericordia

Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore
liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé
la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri
fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione
per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore:
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro
si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia
sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo
possa portare ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria, Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen

Proseguiamo il cammino verso la porta della Misericordia.

CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE

Davanti alla porta della Misericordia, ci fermiamo e preghiamo con il salmo 122:

Quale gioia, quando mi dissero:
“Andremo alla casa del Signore!”.

Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: “Su te sia pace!”.

Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Nel varcare la porta della Misericordia con fede, interiormente proclamiamo le parole che sono scritte sui gradini che introducono alla porta:
“Porta santa della misericordia
chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio
che consola, che perdona e dona speranza”

Raggiungiamo lo spazio riservato alla preghiera.
Chi lo desidera può celebrare il sacramento della Riconciliazione (è possibile anche nei giorni precedenti o successivi al pellegrinaggio).
Ci fermiamo in preghiera. Chiediamo l’intercessione di Maria, alla quale è dedicata questa nostra cattedrale e insieme a tutta la Chiesa professiamo la nostra fede recitando il

Simbolo degli Apostoli
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
Preghiamo per papa Francesco e secondo le sue intenzioni. Chiediamo al Signore che tutti possano sperimentare il suo amore come segno che il suo Regno è già in mezzo a noi:

“Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi” (MV 5)

Padre nostro…
Ave Maria…
Gloria al Padre…

Possiamo prolungare la preghiera silenziosa o eventualmente (secondo l’orario) partecipare alla celebrazione eucaristica.

Possiamo concludere il nostro pellegrinaggio ringraziando il Signore con le parole del Salmo 136, il grande Hallel che papa Francesco ci invita a pregare con queste parole:

7. “Eterna è la sua misericordia”: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136 mentre si narra la storia della rivelazione di Dio. In forza della misericordia, tutte le vicende dell’antico testamento sono cariche di un profondo valore salvifico. La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia”, come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Non è un caso che il popolo di Israele abbia voluto inserire questo Salmo, il “Grande hallel” come viene chiamato, nelle feste liturgiche più importanti.
Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Lo attesta l’evangelista Matteo quando dice che “dopo aver cantato l’inno” (26,30), Gesù con i discepoli uscirono verso il monte degli ulivi (…) Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana  preghiera di lode: “Eterna è la sua misericordia”.
Salmo 136(135) Grande Hallel
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Dio degli dèi,
perché il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Signore dei signori,
perché il suo amore è per sempre.

Lui solo ha compiuto grandi meraviglie,
perché il suo amore è per sempre.

Ha creato i cieli con sapienza,
perché il suo amore è per sempre.

Ha disteso la terra sulle acque,
perché il suo amore è per sempre.

Ha fatto le grandi luci,
perché il suo amore è per sempre.

Il sole, per governare il giorno,
perché il suo amore è per sempre.

La luna e le stelle, per governare la notte,
perché il suo amore è per sempre.

Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,
perché il suo amore è per sempre.

Da quella terra fece uscire Israele,
perché il suo amore è per sempre.

Con mano potente e braccio teso,
perché il suo amore è per sempre.

Divise il Mar Rosso in due parti,
perché il suo amore è per sempre.

In mezzo fece passare Israele,
perché il suo amore è per sempre.

Vi travolse il faraone e il suo esercito,
perché il suo amore è per sempre.

Guidò il suo popolo nel deserto,
perché il suo amore è per sempre.
Colpì grandi sovrani,
perché il suo amore è per sempre.

Uccise sovrani potenti,
perché il suo amore è per sempre.

Sicon, re degli Amorrei,
perché il suo amore è per sempre.

Og, re di Basan,
perché il suo amore è per sempre.

Diede in eredità la loro terra,
perché il suo amore è per sempre.

In eredità a Israele suo servo,
perché il suo amore è per sempre.

Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,
perché il suo amore è per sempre.

Ci ha liberati dai nostri avversari,
perché il suo amore è per sempre.

Egli dà il cibo a ogni vivente,
perché il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Dio del cielo,
perché il suo amore è per sempre.

Prima di lasciare la Cattedrale, ci segniamo con il segno della Croce
e invochiamo la benedizione del Signore:

Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.
Amen.